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Strage di cetacei alle isole Faroe: 150 globicefali uccisi a coltellate

I mammiferi marini sono stati spaventati con le barche e condotti verso una spiaggia dell’isola Eysturoy, dove ad attenderli c’erano decine di uomini armati di coltelli, lance, uncini e altri strumenti di morte. È stata la prima “grindadrap” del 2018, la spietata caccia tradizionale ai cetacei condannata dalla comunità internazionale.
A cura di Andrea Centini
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Il sangue di creature innocenti è tornato nuovamente a tingere di rosso il mare che circonda le isole Faroe. Sono stati infatti ben 150 i globicefali o balene pilota (gen. Globicephala) massacrati nella prima battuta di caccia tradizionale del 2018, la famigerata “grindadrap”. A riportarlo l'organizzazione senza scopo di lucro Sea Shepherd Conservation Society, che da anni si batte contro questa pratica barbara e per la tutela della fauna marina in tutto il mondo. Attualmente è in atto la missione soprannominata “Operation Bloody Fjords”, grazie alla quale viene portato alla luce ciò che avviene nel piccolo arcipelago di 18 isole dell'Atlantico, una nazione autonoma ma comunque sotto la protezione del Regno di Danimarca. Un dettaglio non trascurabile, consideraando che la caccia ai cetacei è severamente vietata nell'Unione Europea.

Il primo massacro dell'anno è avvenuto su una spiaggia di Syðrugøta, un villaggio dell'isola di Eysturoy. I cetacei sono stati avvistati di mattina a circa 6 miglia da Borðoyanes, vicino al villaggio di Gøta, ma sono stati indirizzati verso l'altra isola. Le modalità sono state sempre le stesse, agghiaccianti per l'agonia e il dolore atroce inferti a questi animali sociali e intelligenti, che soffrono non solo per sé stessi, ma anche per l'uccisione e la separazione degli altri membri del gruppo (tecnicamente chiamato pod). Dopo aver intercettato il branco di cetacei dalla costa, le imbarcazioni dei faroesi (o feringi) lo hanno raggiunto in breve tempo, e dopo averlo circondato lo hanno spaventato per indirizzarlo verso la spiaggia. Lì, ad attendere i mammiferi marini, decine di uomini armati di uncini, coltelli, lance e altri strumenti di tortura pronti ad assalirli con bestiale ferocia. L'uccisione avviene tramite la recisione del midollo spinale con un coltello, non prima di aver trascinato l'animale con un uncino – il blasturkrokur – infilato nello sfiatatoio. Orrendo e semplicemente inaccettabile. Il massacro si è consumato attorno alle 11 di mattina.

Il numero di esemplari uccisi nella prima grindadrap dell'anno è stato sensibilmente superiore rispetto a quello della mattanza d'esordio del 2017, quando sulla spiaggia di Bour, sull'isola di Vagar, a perdere la vita furono 40 globicefali, una specie presente anche nel Mar Mediterraneo e tristemente famosa per gli spiaggiamenti di massa. Benché il nome comune sia “balene pilota”, i globicefali non sono balene – cioè cetacei misticeti – ma odontoceti, cetacei con denti come i delfini e il capodoglio. Sono noti per la loro spiccata socialità ed è anche per questo che il loro anacronistico massacro è ritenuto un vero e proprio atto di disumanità.

I faroesi potrebbero fare a meno di modalità così barbare e soprattutto della carne di questi animali, che fra l'altro è ricchissima di mercurio, ma si ostinano a portare avanti la loro tradizione nonostante la condanna internazionale. Ad oggi le pressioni fatte sulla Danimarca non hanno ancora dato i frutti sperati, e il freddo mare del nord continuerà a tingersi di rosso anche nei prossimi mesi.

[Credit: portal.fo/Blue Planet Society/Sea Shepherd]

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