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25 anni fa la clonazione di Dolly, la pecora che ha rivoluzionato la ricerca

Sono trascorsi 25 anni esatti dalla nascita della pecora Dolly, il primo clone di mammifero della storia, ottenuto da scienziati dell’Università di Edimburgo grazie alla tecnica del trasferimento nucleare di cellule somatiche. Oggi l’eredità più importante del controverso esperimento è rappresentata dagli studi sulle cellule staminali, dalla creazione dei “mini organi” e dalla possibilità di vedere in futuro vere e proprie fabbriche di organi umani, coltivati in laboratorio.
A cura di Andrea Centini
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Nella ricerca scientifica scoperte e nuovi traguardi di valore indiscusso vengono raggiunti quasi ogni giorno, tuttavia alcuni sono in grado di far compiere balzi in avanti così significativi da conquistare eco mediatica internazionale, restando impressi nella storia e nella memoria del grande pubblico. Fra essi vi è indubbiamente la clonazione della pecora Dolly, la cui nascita avvenne esattamente 25 anni fa, il 5 luglio del 1996. Si trattò del primo mammifero mai clonato, attraverso lo sfruttamento di cellule somatiche prelevate da esemplari adulti. Fu un esperimento rivoluzionario di enorme successo, preceduto comunque da diversi fallimenti e in grado di sollevare molteplici questioni etiche. La generazione della pecora Dolly gettò le basi per la moderna ricerca sulle cellule staminali, a sua volta sfociata nella produzione dei cosiddetti “mini organi” in laboratorio, fondamentali per lo studio delle malattie e per testare i farmaci (abbattendo il ricorso ai modelli animali). Il sogno, ancora lontano, resta quello delle fabbriche di organi.

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A clonare Dolly furono gli scienziati Ian Wilmut e Keith Campbell del Roslin Institute dell'Università di Edimburgo, in Scozia, che la ottennero trapiantando il nucleo di una cellula mammaria di una pecora di razza Finnish Dorset nell'ovulo di un'altra pecora di razza Scottish Blackface. La tecnica adottata all'epoca fu il “trasferimento nucleare di cellule somatiche”. Il risultato di quella fusione fu innestato in una terza pecora che qualche tempo dopo diede alla luce Dolly, di fatto figlia di tre madri diverse. Il suo nome fu consigliato da un allevatore coinvolto nel progetto di ricerca, per omaggiare le forme abbondanti della cantante americana Dolly Parton Dean. Seguirono diverse polemiche anche per questa decisione, effettivamente poco felice.

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Come indicato, Dolly nacque il 5 luglio nel 1996, tuttavia il mondo intero venne a conoscenza della sua esistenza soltanto il 23 febbraio del 1997, quando gli scienziati dell'Università di Edimburgo pubblicarono un articolo sull'autorevole rivista scientifica Nature, nel quale descrissero approfonditamente il percorso seguito per raggiungere lo storico traguardo. Non fu affatto semplice, considerando che ci vollero ben 277 tentativi, prima di dar vita alla pecora più famosa nella storia della ricerca. Dei 29 embrioni ottenuti dalla procedura ne furono impiantati (tramite elettroshock) soltanto in 13: solo uno ebbe successo.

Dolly morì il 14 febbraio del 2003 dopo l'eutanasia, cui i veterinari furono costretti per via di una grave infezione polmonare. In realtà si ritiene che giocò un ruolo fondamentale nella sua morte prematura l'invecchiamento precoce, dovuto alla peculiare condizione genetica. Non a caso manifestò l'artrite a soli 5 anni, dopo aver sempre vissuto in reclusione nell'istituto dove era stata fatta nascere. Il suo corpo si trova ancora oggi presso il Royal Museum di Edimburgo, dove è esposto dal 9 aprile del 2003.

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La clonazione di Dolly un risultato storico poiché si dimostrò per la prima volta che una cellula adulta poteva essere riportata allo stato di cellula indifferenziata, in grado di dar vita a qualunque organo e tessuto; non a caso il professore giapponese Shinya Yamanaka, vincitore del premio Nobel nel 2012 per i suoi studi sulle staminali, sottolineò più volte il contributo fondamentale dato al suo lavoro dalle scoperte degli scienziati scozzesi. La tecnica del trasferimento nucleare di cellule somatiche è stata sfruttata per diverse altre specie ma con scarso successo, venendo soppiantata da procedure più efficaci e moderne, sebbene tali esperimenti siano stati banditi in diversi Paesi (Italia compresa). Oggi l'eredità più importante della nascita di Dolly è rappresentata proprio dagli studi sui mini organi e dalla possibilità che in futuro potranno essere messe a punto vere e proprie fabbriche di organi, come ipotizzò – commentando la nascita della pecora clonata – il compianto medico e biologo italiano Renato Dulbecco, premio Nobel per la Medicina nel 1975.

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