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1998 QE2, l’asteroide che ci “sfiorerà” questa sera

Nessun rischio di collisione, poiché l’oggetto transiterà a circa sei milioni di chilometri da noi: ma un’ottima occasione per studiarne “da vicino” le caratteristiche.
A cura di Nadia Vitali
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Mentre si avvicinava sempre più all'orbita terrestre, 1998 QE2 cominciava a svelare i piccoli segreti che portava con sé nel suo lungo viaggio lungo gli abissi siderali. Così, a poche ore dal passaggio ravvicinato dell'asteroide, i dati ottenuti grazie alle osservazioni effettuate dai radar della NASA hanno consentito agli studiosi di venire a conoscenza di una piccola, inaspettata sorpresa: 1998 QE2 si muove seguito dalla sua "personale" Luna, in compagnia della quale "sfiorerà" la Terra questa sera.

Atteso per le 22.30 circa ore italiane è, infatti, il suo passaggio ad "appena" 5.8 milioni di chilometri, ossia circa quindici volte la distanza che intercorre tra la Terra e il suo Satellite naturale: sufficienti per consentire agli astronomi di osservarne al meglio le caratteristiche, abbastanza da non preoccuparsi per le conseguenze per il nostro Pianeta. Il fenomeno sarà visibile per gli italiani intorno alle 23, naturalmente a patto che si sia in possesso di un buon telescopio che consenta di non perdere uno spettacolo che in molti non esiterebbero a definire "unico": secondo quanto riportato dagli esperti della NASA, infatti, l'incontro dell'asteroide resterà il più ravvicinato tra quelli che si verificheranno per i prossimi due secoli almeno. Insomma, varrebbe la pena di partecipare all'evento, in qualche modo.

I sistemi composti da due corpi celesti, come quello formato da 1998 QE2 e dalla sua Luna, non costituiscono una assoluta rarità per il Sistema Solare: in effetti, circa il 16% tra gli asteroidi che popolano la fascia più vicina alla Terra e che raggiungono o superano le dimensioni medie di 200 metri, fanno parte di un sistema binario o triplo. Le immagini catturate grazie ai radar suggerirebbero che il corpo principale misurerebbe all'incirca 2.7 chilometri di diametro ed avrebbe un periodo di rotazione di circa quattro ore o poco meno; di una grandezza assai simile doveva essere l'oggetto che, entrando in collisione con il Pianeta terrestre, determinò la scomparsa dei grandi rettili. Le molte aree oscure individuate dalle osservazioni sarebbero il segnale di una superficie caratterizzata da diverse larghe concavità; secondo le prime valutazioni effettuate dagli studiosi, inoltre, il corpo più piccolo avrebbe dimensioni di circa 600 metri, non sufficienti a cancellare la vita dal Pianeta, certamente, ma comunque di tutto rispetto, giacché potrebbero distruggere una regione dell'estensione della Virginia.

Scoperto il 19 agosto del 1998, l'asteroide era da allora atteso con partecipazione dagli studiosi che riponevano molta fiducia nella possibilità di conoscerne, grazie al suo passaggio ravvicinato, peculiarità, origine, dati orbitali e traiettoria futura, in modo da valutare anche l'eventualità di rischi per noi. E, in effetti, la scoperta della Luna, del tutto inaspettata dai ricercatori per loro stessa ammissione, è stato già un primo interessante risultato per gli osservatori. Normalmente, azzardare delle previsioni in merito agli oggetti che potrebbero rappresentare un pericolo è piuttosto complesso: la scarsa capacità di riflessione di corpi come gli asteroidi rende questi, in effetti, molto poco visibili per gli strumenti ottici, seppur raffinati, posseduti dalla nostra scienza a meno che una fonte luminosa non ne testimoni indirettamente il passaggio; oltretutto le loro ridotte dimensioni non danno vita ad effetti gravitazionali notevoli, tali da essere osservabili.

Per il momento, comunque, non è il caso di temere in alcun modo per la Terra e per i suoi abitanti: è quello che hanno già sottolineato gli esperti diverse settimane fa. Certo, a questo punto sarebbe comprensibile un po' di agitazione, dopo l'evento verificatosi in Siberia lo scorso febbraio, in corrispondenza con il passaggio ravvicinato dell'asteroide 2012 DA14: alcuni scienziati, in effetti, affermarono nell'occasione che non era da escludere una correlazione tra l'oggetto celeste, il cui transito era atteso per il 15 febbraio 2013, e la "pioggia di fuoco" che aveva investito la stessa mattina la regione di Chelyabinsk, provocando centinaia di feriti, danni a numerose strutture ed un enorme spavento. Tuttavia ci sono ragionevoli condizioni per non temere il ripetersi di un fenomeno raro e molto particolare: non resta, dunque, che munirsi di qualcosa che ci consenta di scrutare il cielo per ammirare l'eccezionale saluto di 1998 QE2 e del suo piccolo "satellite", sempre sperando che i capricci meteorologici lo rendano possibile.

[In foto: l'orbita dell'asteroide 1998 QE2, Image credit: NASA/JPL-Caltech]

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