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Su Marte nevica e si tratta di vere e proprie tempeste, ma niente pupazzi di neve

Sfruttando i dati di varie sonde e la combinazione di tre distinte simulazioni, gli astronomi hanno determinato che su Marte, dopo il tramonto, si generano vere e proprie tempeste di neve e ghiaccio. A causa delle condizioni climatiche, tuttavia, sulla superficie si può depositare al massimo un lieve strato di nevischio simile alla brina.
A cura di Andrea Centini
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Un team di ricerca dell'Università Pierre e Marie Curie di Parigi, la più grande in Francia, ha determinato che su Marte nevica e che gli eventi sono piuttosto turbolenti, delle vere e proprie tempeste, sebbene sulla superficie marziana possa giungere al massimo un sottile strato di ghiaccio. Che sul Pianeta Rosso possa nevicare non è una novità, dato che sin dal 2008, grazie ai dati ricavati dalla sonda Phoenix della NASA, era stato rilevato uno strato di nevischio spiegabile proprio attraverso le precipitazioni. Ciò che hanno scoperto gli studiosi francesi, coordinati dal professor Aymeric Spica, è la dinamica dell'evento, mosso da venti così tempestosi da rappresentare un serio pericolo per una potenziale navicella in atterraggio.

I ricercatori sono giunti a questa conclusione combinando i calcoli di tre distinte simulazioni al computer, anziché sfruttarne un singolo modello climatico come avvenuto in passato. Con il vecchio metodo, infatti, gli scienziati potevano prevedere al massimo dove sarebbero state le nuvole, ma con il nuovo, molto più sofisticato e raffinato, Spica e colleghi sono stati in grado di simulare il clima su larga scala, calcolare le turbolenze dell'aria e ottenere anche previsioni meteo per specifiche aree di Marte.

Sfruttando i dati provenienti dalle sonde Phoenix, Mars Orbiter Reconaissance e Mars Surveyors è stato calcolato che dopo il tramonto la temperatura delle nuvole poste a 10/20 chilometri di altezza cala vertiginosamente, e una massa d'aria fredda inizia a scendere verso la superficie, mentre ne sale una più calda. Scontrandosi, i flussi generano venti che arrivano a 10 metri al secondo, sferzanti per l'impalpabile atmosfera marziana. Questi trasportano frammenti e particelle ghiacciate che impiegano appena dieci minuti per scendere di un paio di chilometri, e sono dunque decisamente più veloci rispetto alle previsioni precedenti, secondo le quali avrebbero percorso lo stesso spazio in ben 4 ore. A causa delle dimensioni contenute dei frammenti e delle peculiari condizioni climatiche di Marte, la maggior parte di essi non riesce a raggiungere la superficie e depositarsi; soltanto una piccola parte può generare un lieve strato ghiacciato al suolo, simile all'effimera brina. Insomma, come ha spiegato Spica, sarebbe impossibile fare i pupazzi di neve su Marte. I dettagli dello studio sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica Nature Geoscience.

[Foto di NASA/JPL-Caltech/MSSS]

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