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Stop al commercio di avorio nel 2017: svolta storica della Cina a favore degli elefanti

Da anni nel mirino delle associazione ambientaliste, il colosso asiatico mette la parola fine al commercio dell’avorio, volano per il mercato nero che ha decimato le popolazioni di elefanti.
A cura di Andrea Centini
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La Cina, al cui mercato è destinato il 70% dell'avorio mondiale, ha deciso di mettere al bando entro la fine del 2017 tutte le attività relative al commercio e al trattamento del materiale ricavato dalle zanne degli elefanti. Si tratta di una decisione dalla portata storica per la conservazione dell'elefante africano (Loxodonta africana), una specie che da cinque milioni di esemplari – stimati nel XIX secolo – è arrivata a poco più di 450 mila proprio a causa dell'avorio, venduto sino a 1.100 dollari al chilo in Cina e responsabile del quarto mercato illegale al mondo, dopo quello della droga, di esseri umani e merci contraffatte.

La Repubblica popolare cinese si era già mossa contro l'importazione dell'avorio lavorato nel 2015, una decisione presa ai margini della visita del principe William che è un fervente sostenitore della conservazione degli elefanti, tuttavia solo con la recente decisione si potrà mettere un freno al mercato illegale. Laddove vige il commercio il legale, infatti, i trafficanti di avorio trovano terreno fertile per far fluire la propria merce, anche grazie al supporto di funzionari corrotti e certificazioni false. Al di là della creazione di oggetti, mobili e ninnoli preziosi in avorio, che rappresentano una sorta di status simbol per la classe media cinese, il problema è legato anche alla medicina tradizionale, che spesso include ingredienti tradotti da animali a serio rischio estinzione.

Grazie a un programma in dieci punti messo in atto dal governo cinese, legato anche a campagne di sensibilizzazione, la richiesta di avorio è già calata negli ultimi due anni, ma con questa definitiva messa al mando dovranno chiudere circa 150 attività commerciali e 34 aziende deputate al trattamento, che avranno tempo sino alla fine di marzo per consegnare la propria licenza. Chi invece già possiede cimeli in avorio, non solo dovrà dimostrarne la provenienza, ma per continuare a tenerli dovrà necessariamente accompagnarli con una autorizzazione speciale.

Secondo gli esperti del WWF il pericolo è che adesso il commercio illegale possa concentrarsi soprattutto nel mercato separato di Hong Kong, dove tuttavia un bando totale è previsto per il 2021. Vengono uccisi oltre ventimila elefanti ogni anno per l'avorio e se non verranno presi al più presto provvedimenti in tutti i paesi che ancora ne permettono la vendita, il rischio di estinzione diventerà concreto. L'Italia si è mossa in difesa degli elefanti e nel marzo del 2016 ha promosso il primo “Ivory Crush” tricolore al Circo Massimo di Roma, un evento pubblico dove sono stati distrutti grandi stock di oggetti in avorio.

[Foto di Skeeze]

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