Mancino o destro? L’educazione non c’entra, scoperto a sorpresa da cosa dipende
Un team di ricerca internazionale coordinato dall'Università della Rurh di Bochum (Germania) ha scoperto che l'attività genica del midollo spinale risulta asimmetrica sin dalle prime settimane di sviluppo del feto; ciò sarebbe connesso con la nostra predilezione per la mano destra o per la sinistra, un meccanismo i cui principi molecolari non sono ancora del tutto chiari agli scienziati. In base a precedenti studi, si riteneva che la manualità fosse diretta conseguenza dell'espressione genica della corteccia cerebrale, ciò nonostante i feti umani iniziano a mostrare evidenti asimmetrie nel movimento delle braccia ben prima che la corteccia motoria sia collegata funzionalmente al midollo spinale; gli studiosi ritengono dunque che sia proprio quest'ultimo a condizionare la futura ‘preferenza' manuale. “Questi risultati cambiano radicalmente la nostra comprensione della causa delle asimmetrie emisferiche”, ha sottolineato l'autore principale dello studio Sebastian Ocklenburg, biopsicologo presso l'Istituto di Neuroscienze Cognitive dell'ateneo tedesco.
Gli studiosi, per giungere a questa conclusione, hanno analizzato l'espressione genica nel midollo spinale di cinque feti umani tra l'ottava e la dodicesima settimana. È stato scelto questo intervallo per una precisa ragione; sin dagli anni '80, grazie a tecniche basate sugli ultrasuoni, è noto che la manualità del feto si sviluppa già nelle prime otto settimane, ed essa può essere facilmente osservata già dalla decima. All'ottava settimana il team di Ocklenburg ha osservato una differenza nel numero di geni espressi nella parte sinistra e nella parte destra del midollo, esattamente nelle porzioni deputate al controllo degli arti. Queste differenze sarebbero veicolate dalla cosiddetta epigenetica, una serie di fattori ambientali in grado di condizionare il genoma, i cui meccanismi molecolari sarebbero dunque alla base della manualità, che, come sappiamo, risulta prevalente per la mano destra. I dettagli dell'affascinante studio sono stati pubblicati sulla rivista scientifica eLife.
[Foto di miapowterr]