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Olio vegetale e Alzheimer: la pasta aglio e olio non ti ucciderà

E’ possibile trovare in Rete affermazioni riguardo alla possibilità che l’olio vegetale, senza precisazioni ulteriori, possa causare l’insorgere di demenza e altre malattie. Occorre fare alcune precisazioni.
A cura di Juanne Pili
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Alcune dichiarazioni rilasciate dalla nutrizionista Cate Shanahan e pubblicate in diversi tabloid hanno raggiunto anche certi siti di informazione italiani, divenendo i risultati di una sua "ricerca" riguardante la pericolosità dei "vegetable oil", i quali favorirebbero l'insorgenza di malattie come il cancro, l'Alzheimer è varie cardiopatie.

Alcune imprecisioni sulle dichiarazioni della nutrizionista. Precisiamo subito che Shanahan quando usa il termine "vegetable oil" non si riferisce genericamente a tutti i tipi di olio vegetale, ma a quelli contenenti grassi saturi. Questa distinzione non è molto chiara nelle fonti inglesi, causando confusione nelle trasposizioni in italiano. Un recente studio ad esempio mettere inevidenza i potenziali effetti terapeutici di alcune sostanze contenute nell'olio d'oliva. D'altro canto in alcuni siti italiani compare il riferimento alla "ricerca" di Shanahan. I più potrebbero intendere che si tratti di uno studio scientifico. La nutrizionista non risulta aver pubblicato di recente niente del genere, per lo meno su Pubmed non vi sono al momento riferimenti. Possiamo trovare su YouTube una sua intervista e alcune critiche riguardo a sue precedenti affermazioni ritenute imprecise.

La demonizzazione dell'olio di palma è un fenomeno che procede ormai da più di un anno, toccando anche aziende come Nutella, che recentemente hanno ammesso di usare questo olio senza farne mistero. Dei motivi per cui non dovremmo allarmarci per questo genere di alimento, più di altri come il burro, avevamo già trattato. Il problema verte sulla questione del colesterolo, prodotto prevalentemente nel sangue è in maniera ridotta mediante la dieta. Questo grasso svolge diverse funzioni importanti e non è tutto uguale: occorre distinguere quello "buono" (Hdl) da quello "cattivo" (Ldl).  L'olio di palma è certamente un grasso saturo vegetale, quindi contiene tanto colesterolo cattivo quanto il burro. Tuttavia è anche "non idrogenato", elemento questo che ne riduce particolarmente la "nocività". È proprio questa la vera ragione per cui se ne è diffuso l'utilizzo. Sugli oli saturi in generale possiamo ancora trovare studi discordanti, nulla vi è di definitivo, come nel caso dell'olio di cocco. Per quanto riguarda quello di palma una recente ricerca dimostrerebbe addirittura che possa curare il melanoma.

Una questione di "fattori di rischio". Abbiamo chiesto in parere a Gaetano Pezzicoli, divulgatore di biomedicina presso EduTube Italia:

Si sa che esistono fattori genetici, immunitari e ambientali per l'Alzheimer. Se si hanno pochi fattori genetici e immunitari si può utilizzare l'olio di palma senza rischi per malattie degenerative o autoimmunitarie. L'unico problema é l'obesità. Poi bisogna vedere in che dose i "vegetable oil" siano dannosi. E ci sono lavori molto discordanti su questo punto.

Al solito il problema non sta nella fonte di una sostanza, ma nell'abuso che se ne può fare. Potremmo trovare sostanze potenzialmente cancerogene persino nel succo d'arancia. Noi possiamo tener conto di diversi "fattori di rischio", ovvero circostanze che non aiutano chi soffre già di una malattia, ma questo non significa esserne la causa accertata.

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