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Vuoi una bistecca o un futuro per i tuoi nipoti? Con carne e latte stiamo distruggendo la Terra

Il consumo eccessivo che facciamo di carne e latticini sta impoverendo il terreno fino a distruggerlo e questo sta mettendo seriamente a rischio il nostro futuro: gli scienziati ci spiegano perché, se vogliamo salvare la biodiversità, il nostro Pianeta e così anche la nostra vita, dobbiamo ridurre il consumo degli alimenti di origine animale.
A cura di Zeina Ayache
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Ci stiamo letteralmente mangiando il nostro Pianeta: un quarto dei terreni tropicali potrebbero scomparire entro la fine del secolo se non diminuiamo il consumo di carne e latticini. La necessità che abbiamo di questi spazi da coltivare per creare allevamenti intensivi o per produrre cibo per gli animali negli allevamenti intensivi è destinata a crescere e quindi a devastare ancora di più la Terra. Vediamo insieme cosa possiamo fare, attraverso l’alimentazione, per ridurre il rischio di distruggere i terreni del nostro Pianeta.

Terre coltivate per carne e latticini. Il 9% dei terreni naturali, il 95% dei quali si trova nei tropici, è destinato ad essere distrutto del tutto entro 80 anni a meno che non cambiamo le nostre abitudini alimentari. Questo è quanto sostengono i ricercatori dell’Università di Edimburgo e dell'Istituto di tecnologia Karlsruhe che hanno studiato l'impatto dell'andamento dei consumi sulla biodiversità e sulle aree che ospitano mammiferi, uccelli, anfibi e piante.

Cosa stiamo facendo al nostro Pianeta? I dati raccolti hanno permesso di giungere alla conclusione che il rapido aumento della produzione di carne e latte ha provato un incremento delle aree bonificate nelle regioni tropicali che ospitano alti livelli di biodiversità. Con l’incremento del benessere medio della popolazione mondiale, il consumo alimentare si è spostato da alimenti come radici e legumi ad altri come carne, latte e zucchero raffinato. La produzione di carne e prodotti lattiero-caseari è però associata ad un consumo più elevato di terra e acqua e, se questo non dovesse bastare, a maggiori emissioni di gas serra rispetto a qualsiasi altro alimento. Insomma il mercato dei latticini e della carne contribuisce enormemente all’inquinamento che provoca il riscaldamento globale che è causa dei cambiamenti climatici che stanno rendendo, neanche troppo lentamente, invivibile la Terra.

Cosa possiamo fare per salvare la Terra, e la nostra vita. Gli scienziati ci spiegano che sostituendo i prodotti di origine animale con alternative a base vegetale, si prevede che la domanda globale di terreni agricoli potrebbe riduresi dell’11%. In generale, i sistemi di alimentazione industriale riducono l’espansione agricola ma possono incrementare la degradazione ambientale a causa di agenti chimici agricoli come i fertilizzanti.

Quante volte devono ancora ripetercelo? Negli ultimi anni sono moltissimi gli studi pubblicati che dimostrano l’impatto devastante del mercato degli allevamenti intensivi e quindi della carne e dei latticini, eppure continuiamo a fare finta di non sapere: ma il nostro obiettivo deve essere, secondo la scienza, ridurre il consumo di questi alimenti a favore di una dieta per lo più a base vegetale. “Ridurre il consumo di carne e latticini avrà effetti positivi sulle emissioni di gas serra e sulla salute umana. Aiuterà anche la biodiversità, che deve essere preservata per garantire che la crescente popolazione mondiale sia alimentata. Il cambiamento delle nostre diete porterà ad un futuro più sostenibile e permetterà di raggiungere gli obiettivi di sicurezza alimentare mentre si riuscirà ad affrontare la disuguaglianza globale a livello alimentare” concludono gli esperti. Insomma, non si tratta di essere vegetariani o vegani per un'etica riguardante la sofferenza animale (anche se questa da sola dovrebbe stimolarci comunque ad una scelta alimentare del genere), ma di ridurre il consumo di carne e latticini per non auto distruggerci: viene dunque da chiedersi se sia più importante mangiarsi la pasta al ragù o permettere ai nostri nipoti di avere un futuro.

Lo studio, intitolato “The role of global dietary transitions for safeguarding biodiversity”, è stato pubblicato su Global Environmental Change.

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