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Virus simile al vaiolo creato in laboratorio, ‘ricetta’ pubblicata online: è polemica

Ricercatori canadesi hanno creato un agente patogeno simile al vaiolo per sviluppare un vaccino migliore, ma hanno pubblicato online la “ricetta” scatenando le aspre polemiche dei colleghi. Per alcuni adesso il mondo è più vulnerabile al vaiolo.
A cura di Andrea Centini
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Un virus “cugino” del vaiolo è stato creato in laboratorio, ma soprattutto, la procedura per ottenerlo è diventata accessibile a chiunque poiché pubblicata online, all'interno di un articolo scientifico sulla prestigiosa rivista PloS ONE. L'incredibile vicenda, che ha per protagonista un team di virologi dell'Università di Alberta (Canada), ha comprensibilmente scatenato un vespaio di polemiche nella comunità scientifica e non solo. Gli autori della controversa ricerca sono stati accusati di aver fatto un possibile “assist” a terroristi e malintenzionati, che ora hanno tutte le istruzioni “in un posto solo” per mettere a punto un'arma biologica.

Ma perché i canadesi avrebbero creato questo virus? Gli studiosi coordinati dal virologo David Evans, semplicemente, volevano un agente patogeno sul quale lavorare per creare un vaccino più sicuro ed efficace di quelli già disponibili per il vaiolo. Secondo gli autori dello studio, i vaccini attualmente a disposizione (i VACV, vaccinia virus) presentano motivi di “preoccupazione per la loro tossicità”, e così hanno pensato di migliorarli attraverso questa sperimentazione. Per creare il virus, chiamato horsepox virus (Hpvx), hanno acquistato sul web singoli frammenti di DNA da comporre come un puzzle. I “pezzi” messi insieme, costati 100mila dollari e finanziati dalla Tonix, un'azienda farmaceutica di New York, hanno dato vita al più grande microorganismo ricostruito fino ad oggi, col quale Evans e colleghi hanno condotto alcuni test sui topi.

I detrattori hanno aspramente accusato i creatori di Hpvx perché i vaccini per il vaiolo esistono già e perché non esiste un mercato attivo per sostituirli con altri farmaci a base di horsepox, considerando che la vaccinazione contro la malattia si è conclusa in tutto il mondo negli anni '80 del secolo scorso. Insomma, non vi sarebbe stata alcuna necessità di lanciarsi nella creazione di un simile agente patogeno, come indicato dal professor Stephan Becker dell'Università di Marburgo, che ha anche sottolineato quanto la ricerca non aggiunga nulla alle conoscenze sul vaiolo. Ma le critiche più aspre sono relative alla sicurezza: “Il mondo è ora più vulnerabile al vaiolo”, ha dichiarato senza mezzi termini Thomas Inglesby, direttore del Center for Health Security della Johns Hopkins University Bloomberg School of Public Health. Gli ha fatto eco Andreas Nitsche del Robert Koch Institute in Germania: “Se qualcuno vuole ricostruire un altro virus simile ora trova le istruzioni per farlo in un solo posto”.

La ricerca, prima di finire online, è stata sottoposta al comitato etico della rivista PloS ONE, che ha valutato superiori i benefici di un (potenziale) vaccino più efficace sul vaiolo rispetto ai rischi che simili informazioni possono comportare. Le procedure attuate dal team canadese, del resto, erano già ben note e disponibili per altri virus, ma in questo caso i passaggi sono presenti tutti in un unico articolo, facilitando l'eventuale lavoro dei malintenzionati. Le polemiche sulla controversa ricerca molto probabilmente dureranno a lungo.

[Credit: Herney]

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