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Venti nuovi esopianeti scoperti da Kepler: potremmo andare a viverci

Grazie al Telescopio Spaziale Kepler la NASA ha individuato oltre 200 nuovi KOI, Kepler Objects of Interest, dei quali venti esopianeti nella fascia abitabile della stella. A causa di un guasto allo strumento sarà necessaria un’altra missione per confermare tutte le loro caratteristiche.
A cura di Andrea Centini
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Individuati nello spazio venti nuovi esopianeti potenzialmente abitabili. Lo ha annunciato un team di ricerca della NASA dopo aver analizzato i dati fotometrici raccolti dal Telescopio Spaziale Kepler nell'arco di quattro anni. In tutto i nuovi cosiddetti KOI, acronimo di “Kepler Objects of Interest”, ovvero gli oggetti degni di interesse intercettati dal telescopio, sono ben 219, ma quelli che destano maggiori attenzioni sono proprio i venti esopianeti. Essi, infatti, si troverebbero nella fascia abitabile della propria stella di riferimento, come i famosissimi esopianeti che orbitano attorno alla stella Trappist-1. Altri dettagli interessanti sono le (presunte) dimensioni analoghe a quelle terrestri ma soprattutto la loro età, anch'essa paragonabile a quella della Terra, almeno per alcuni. Ciò, in teoria, potrebbe aver permesso lo sviluppo e l'evoluzione della vita su binari simili a quelli del nostro pianeta.

L'esopianeta più intrigante del lotto, individuato anche grazie a uno strumento chiamato “Robovetter” che riduce i candidati papabili tra i KOI, è quello che gli scienziati hanno indicato col nome in codice KOI-7923.01. Questo pianeta, infatti, ha dimensioni molto simili a quelle terrestri e un'orbita attorno alla propria stella di 395 giorni. In pratica, impiega un mese in più rispetto ai 12 della Terra per compiere un'orbita attorno al Sole. La stella è tuttavia più piccola e fredda del Sole, e a causa della distanza dell'esopianeta esso risulta più freddo della Terra. Secondo gli scienziati potrebbe essere ricoperto da una fredda tundra, comunque compatibile con l'ipotetica presenza di vita.

Per avere conferme sui venti esopianeti, che hanno tutti orbite comprese tra i 25 e i 632 giorni, non sarà possibile sfruttare lo stesso telescopio che ha permesso di scoprirli. Dal 2013, infatti, a causa di un guasto a uno dei giroscopi, il telescopio spaziale Kepler è diventato ingovernabile, e gli scienziati non possono puntarlo dove desiderano. Poiché gli esopianeti sono stati intercettati con soli due passaggi e manca il terzo di conferma, per l'ufficialità della scoperta sarà necessario attendere l'intervento di un'altra missione. La più probabile è la CHEOPS (CHaattererising ExOPlanets Satellite) del 2018, coordinata dall'ESA e dall'Ufficio Spaziale Svizzero. Essa prevede il lancio di un piccolo telescopio spaziale che permetterà di rilevare con precisione i diametri degli esopianeti (degli oltre 8mila KOI scoperti da Kepler gli esopianeti sono ben 4.034), un dato che potrebbe fornire dettagli aggiuntivi anche sulla loro composizione e dunque abitabilità. I dati della ricerca sono stati pubblicati su arXiv.

[Credit: NASA]

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