Venezuela, perché il Paese del petrolio ha finito l’elettricità
Com'è possibile che il Venezuela, il Paese con le più grandi riserve accertate di petrolio, sia senza elettricità? Innanzitutto bisogna dire che la crisi elettrica non è legata al petrolio, quindi alle centrali termoelettriche, ma all'acqua, e quindi alle centrali idroelettriche. Accade infatti che quando il riscaldamento globale incontra la potenza de El Niño, l'apporto idrico della diga di Guri diminuisca al punto da non soddisfare il fabbisogno nazionale. Il risultato è dunque il blocco dell'energia per 4 ore al giorno per 40 giorni, un piano questo voluto dal presidente Nicolas Maduro che, per quanto riguarda i dipendenti pubblici (circa 2 milioni di persone), ha anche previsto una riduzione della settimana lavorativa: vietato andare in ufficio il mercoledì, il giovedì e il venerdì.
Ma cosa sta accadendo alla diga di Guri?
La diga di Guri, la centrale idrolettrica “Simon Bolivar”, si trova nel fiume Caroní, a 100 chilometri dalla confluenza con l'Orinoco. Costruita nel 1963 ed entrata in funzione nel 1978, l'opera ingegneristica produce tra il 70 e l'80% dell'elettricità nazionale ed ha dato vita al secondo lago artificiale più grande del Venezuela che ad oggi però ha visto ridotto di 17 metri il proprio livello. 17 metri che stanno facendo la differenza per il popolo venezuelano che in questi giorni sta scendendo in piazza per manifestare contro le scelte del presidente che accusa proprio i cittadini della crisi elettrica. Sembrerebbe infatti che Maduro reputi il consumismo incondizionato dei venezuelani la causa della crisi elettrica e chiede a loro di ridurre l'utilizzo dell'acqua e dell'elettricità per uscire dal buio, in questo caso non in senso figurato. Nella realtà dei fatti la crisi energetica venezuelana è in atto già dal 2009 con l'arrivo di El Niño che, nel 2010, ha portato al primo razionamento dei consumi.
Cosa c'entra El Niño?
Partiamo con il dire che El Niño è un fenomeno climatico periodico che porta un riscaldamento delle acque del Pacifico e conseguenti eventi come inondazioni, aumento delle temperature e siccità nel resto del mondo. Di per sé El Niño non sarebbe un problema se non fosse che il suo effetto viene amplificato dal riscaldamento globale provocato dall'inquinamento di cui noi siamo responsabili: accade dunque che il livello delle acque della diga diminuisca al punto da non garantire alla centrale l'apporto necessario a produrre elettricità sufficiente.