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Covid 19

Vaccino italiano anti coronavirus sarà testato sull’uomo in autunno: accordo per studi di fase 1 e 2

Il vaccino candidato italiano COVID-eVax messo a punto dall’azienda laziale Takis Biotech sarà testato sull’uomo a partire dal prossimo autunno. La società ha stretto un accordo con la Rottapharm Biotech di Monza, che permetterà il finanziamento degli studi clinici di Fase 1 e 2 nei prossimi mesi.
A cura di Andrea Centini
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Un vaccino candidato contro il coronavirus SARS-CoV-2 sviluppato in Italia sarà testato sull'uomo a partire dal prossimo autunno. La preparazione, chiamata COVID-eVax, è stata messa a punto dagli scienziati della società di biotecnologie di Castel Romano (Roma) Takis Biotech, e ha già dimostrato una solida produzione di anticorpi nei test preclinici, su modelli animali. Ora, grazie all'accordo stipulato con l'azienda di Monza Rottapharm Biotech, sono stati stanziati i fondi per preparare le dosi della sperimentazione clinica di Fase 1 e 2, che coinvolgerà volontari italiani. Come specificato all'ANSA dal dottor Luigi Aurisicchio, amministratore delegato e direttore scientifico di Takis, i primi lotti del vaccino verranno consegnati in ottobre, “e subito dopo è previsto l'avvio dello studio di fase 1 in Italia, su un gruppo di 80 volontari sani”. Se i primi test soddisferanno i requisiti di sicurezza, la Fase 2 della sperimentazione – con centinaia di volontari coinvolti – sarà avviata all'inizio del nuovo anno.

Nel momento in cui stiamo scrivendo, sulla base dell'ultimo rapporto – datato 2 giugno – dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) dedicato ai vaccini candidati in sviluppo contro il coronavirus SARS-CoV-2, le preparazioni in sperimentazione sono in tutto 133. Dieci di esse sono già entrate nella sperimentazione clinica, cioè sono state già testate sull'uomo (otto in trial di Fase 2), mentre le restanti, come il COVID-eVax, vengono ancora testate su colture cellulari in vitro o su modelli animali. Esistono diverse piattaforme e tecnologie dietro i vaccini in sviluppo, che spaziano dai vettori inattivati/attenuati alle preparazioni basate su RNA e DNA. Il vaccino di Takis si basa sul DNA e punta a sviluppare immunità presentando all'organismo una porzione della Proteina S o Spike del SARS-CoV-2. Si tratta delle strutture a “ombrellino” che spuntano dal guscio esterno del patogeno (pericapside o peplos), che il SARS-CoV-2 sfrutta per legarsi al recettore ACE2 delle cellule umane; in questo modo disgrega la parete cellulare, si riversa all'interno e avvia il processo di replicazione, che determina l'infezione (COVID-19). In parole semplici, il vaccino italiano punta a sintetizzare una parte di questa proteina e ad attivare il sistema immunitario, generando anticorpi protettivi.

Per migliorare l'intero processo, il COVID-eVax si basa su una tecnologia chiamata elettroporazione, “che favorisce il passaggio del DNA all’interno delle cellule in maniera semplice, rapida e senza effetti collaterali grazie a lievi e brevi stimoli elettrici”, come si legge nel comunicato stampa dell'azienda. Per il fondamentale processo dell'attivazione, Takis collabora con la società italiana IGEA, il cui avanzato elettroporatore “è già disponibile in oltre 200 ospedali in Europa”. La proficua collaborazione tra le tre società del Bel Paese potrebbe portare allo sviluppo di uno dei più promettenti vaccini contro la pandemia di coronavirus, anche perché la piattaforma su cui si basa permetterebbe modifiche rapide, nel caso in cui il patogeno dovesse manifestare mutazioni in grado di contrastare l'efficacia della preparazione originale.

Mentre al vaccino candidato di Takis mancano ancora alcuni mesi prima di essere testato sull'uomo, la preparazione ChAdOx1-S sviluppata dall’Università di Oxford e dall’azienda italiana Advent-Irbm di Pomezia entrerà nella fase 2/3 della sperimentazione clinica entro pochi giorni, come indicato dall'ANSA. Saranno 10mila i partecipanti coinvolti, 5mila nel Regno Unito e 5mila in Brasile. Nel Paese sudamericano il patogeno continua a diffondersi e a uccidere a ritmi preoccupanti, dunque sarà più facile per gli scienziati verificare sicurezza ed efficacia della preparazione. Nei test di fase 3 saranno coinvolti anche anziani e bambini. Le aziende hanno annunciato che saranno disponibili milioni di dosi nel giro di pochi mesi.

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