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Covid 19

Vaccino Covid di Valneva innesca potente risposta immunitaria ed è molto ben tollerato

La società biofarmaceutica francese Valneva SE ha comunicato i dati dello studio di Fase 3 “Cov-Compare (VLA2001-301)” sul suo vaccino anti Covid VLA2001. Il farmaco, basato sulla tecnologia del virus inattivato, ha innescato una forte risposta immunitaria (sia anticorpale che cellulare) ed è stato molto ben tollerato. Nessuno dei partecipanti ha sviluppato la forma grave della COVID-19 o è morto per essa. Presto potrebbe essere approvato nel Regno Unito e in seguito dall’EMA.
A cura di Andrea Centini
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Il vaccino candidato anti Covid della società biotecnologica francese Valneva SE ha innescato una robusta risposta immunitaria nei partecipanti a uno studio di Fase 3. Il farmaco, il cui nome sperimentale è VLA2001, è stato inoltre molto ben tollerato e tutti coloro che lo hanno ricevuto non hanno sviluppato la forma grave della COVID-19 (la malattia provocata dal coronavirus SARS-CoV-2) e non sono morti per essa. In altri termini, si tratta di un vaccino particolarmente efficace che potrebbe presto essere approvato dall'autorità di regolamentazione sanitaria del Regno Unito. A breve l'azienda di Saint-Herblain presenterà la domanda di autorizzazione all'uso di emergenza anche presso l'Agenzia Europea per i Medicinali (EMA); in caso di approvazione dovrebbe seguire a stretto giro il via libera dall'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA). In tempi relativamente brevi, dunque, potremmo avere in Italia un quinto vaccino approvato contro la pandemia di COVID-19, che potrebbe giocare un ruolo molto rilevante soprattutto nei Paesi in cui le vaccinazioni stentano a decollare. È infatti poco costoso, non ha bisogno della "catena del freddo" e si basa su una tecnologia tradizionale (a virus inattivato) che potrebbe spingere molti scettici a vaccinarsi.

Ad annunciare i dati positivi dello studio di Fase 3 “Cov-Compare (VLA2001-301)” è stata Valneva SE stessa in un comunicato stampa, nel quale sono stati snocciolati anche i dettagli del confronto con il vaccino AZD1222 – ChAdOx1-S (nome commerciale Vaxzevria) prodotto dalla casa farmaceutica anglo-svedese AstraZeneca. Dall'indagine, un trial clinico di immunogenicità comparativo, randomizzato, in cieco per l'osservatore e controllato che ha coinvolto oltre 4mila adulti e 660 adolescenti, è stato determinato che il vaccino candidato VLA2001 innesca una produzione di anticorpi neutralizzanti sensibilmente superiore a quella dell'AZD1222 (media geometrica del titolo anticorpale di VLA2001 pari a GMT 803,5 contro un GMT 576,6 del vaccino anglo-svedese). Il tasso di sieroconversione (intervallo da sieronegatività a sieropositività) è stato superiore al 95 percento e non inferiore a quello del vaccino anglo-svedese; inoltre il VLA2001 ha indotto una robusta risposta cellulare delle cellule T (i linfociti che danno la caccia e distruggono le cellule già infettate), “con cellule T produttrici di IFN-gamma antigene-specifiche contro le proteine S, M e N”, scrivono gli autori dello studio.

Il vaccino VLA2001 di Valneva SE è risultato anche meglio tollerato rispetto al vaccino di AstraZeneca, con un tasso di reazioni al sito di iniezione del 73,2 percento (contro il 91,1 percento del vaccino anglo-svedese) e il 70,2 percento di reazioni sistemiche come la febbre (contro il 91,1 percento dell'AZD1222). In nessuno dei due gruppi di pazienti messi a confronto si sono verificati eventi avversi gravi e solo in meno dell'1 percento sono stati rilevati quelli significativi. Complessivamente, dunque, il vaccino VLA2001 oltre a risultare efficace è risultato molto ben tollerato. “I bassi livelli di reattogenicità e le alte risposte anticorpali funzionali insieme alle ampie risposte delle cellule T osservate con questo vaccino adiuvato e inattivato per l'intero virus sono sia impressionanti che estremamente incoraggianti”, ha dichiarato in un comunicato stampa il professor Adam Finn, docente di Pediatria presso l'Università di Bristol e principale responsabile del trial clinico. “Questo è un approccio molto più tradizionale alla produzione di vaccini rispetto ai vaccini finora distribuiti nel Regno Unito, in Europa e in Nord America e questi risultati suggeriscono che questo candidato al vaccino è sulla buona strada per svolgere un ruolo importante nel superare la pandemia”, ha aggiunto l'esperto.

La ragione di questo ottimismo risiede nel fatto che il vaccino VLA2001 si basa su una tecnologia vaccinale tradizionale, la stessa impiegata per i vaccini contro l'influenza e la poliomielite. In parole semplici, invece di inviare l'informazione genetica della proteina S o Spike del coronavirus SARS-CoV-2, come nel caso dei vaccini a RNA messaggero di Pfizer e Moderna, il vaccino francese contiene il patogeno intero ma inattivato, dunque non in grado di scatenare l'infezione. Questo dettaglio, si augurano gli scienziati di Valneva SE, potrebbe spingere alla vaccinazione anche molte persone che non si fidano delle nuove tecnologie vaccinali (sebbene abbiano evidenziato notevole sicurezza sia nei trial clinici che nel mondo reale). “Questi risultati confermano i vantaggi spesso associati ai vaccini a virus interi inattivati. Ci impegniamo a portare in licenza il nostro candidato vaccino il più rapidamente possibile e continuiamo a credere che saremo in grado di dare un contributo importante alla lotta globale contro la pandemia di COVID-19. Siamo desiderosi di proporre una soluzione vaccinale alternativa per le persone che non sono ancora state vaccinate”, ha concluso il dottor Thomas Lingelbach, amministratore delegato di Valneva.

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