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Vaccini pronti in una settimana contro le epidemie

Successo per le prime sperimentazioni sui topi del vaccino che si programma in una settimana per rispondere a diverse malattie: adesso bisognerà verificarne la sicurezza e l’efficacia sugli esseri umani.
A cura di Nadia Vitali
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Illustrazione di virus ebola
Illustrazione di virus ebola

I ricercatori del Massachusetts Institute of Technology hanno sviluppato un nuovo tipo di vaccino facilmente personalizzabile che, in una sola settimana, può essere riprogrammato per rispondere a diversi tipi di malattie.

Un vaccino espresso

Il “vaccino express”, come è stato immediatamente ribattezzato, potrebbe rappresentare la risposta più semplice ed immediata contro le epidemie di malattie che ciclicamente esplodono: in effetti si è dimostrato efficace al 100% contro l'Ebola, l'influenza H1N1, meglio nota come febbre suina, e contro il Toxoplasma gondii, un parente stretto del parassita che causa la malaria. Va specificato che la sperimentazione al momento è avvenuta esclusivamente sui topi da laboratorio e che sarà quindi necessario testarne la sicurezza e l'effettiva efficacia anche sugli esseri umani.

Come funziona il vaccino

Il vaccino consiste in filamenti di RNA messaggero che possono essere sintetizzati in laboratorio in tempi molto brevi, in modo da contenere tutte le istruzioni necessarie a produrre le proteine che provocano una risposta immunitaria contro diversi microrganismi da combattere. Tali filamenti vengono poi ingabbiati in nanoparticelle sferiche, prodotte grazie a molecole ramificate (dendrimeri) che vengono “ripiegate” in modo da agire in maniera non dissimile dagli stessi virus, quando questi penetrano nelle cellule.

A questo punto, i filamenti di RNA messaggero porteranno alla produzione di grandi quantità di proteine che innescheranno una risposta immunitaria più massiccia di quella ottenibile tramite i vaccini tradizionali, i quali consistono in una forma inattiva di virus o di batteri, o in proteine normalmente prodotte dal microrganismo, e richiedono molto tempo per essere prodotti oltre ad essere rischiosi per alcuni tipi di patologia.

La sperimentazione

Il vaccino viene rilasciato nell'organismo attraverso una iniezione intramuscolare, quindi attraverso una somministrazione piuttosto semplice: una volta nelle cellule, l'RNA è tradotto in proteine che vengono rilasciate e che stimolano entrambe le “braccia” del sistema immunitario, ossia gli anticorpi e i linfociti T.
I test di laboratorio sui topolini, hanno dimostrato che le cavie che ricevevano una singola dose di uno dei vaccini non mostravano alcun sintomo in seguito alla successiva esposizione ai patogeni.

Verso nuovi vaccini?

I ricercatori, che hanno descritto i dettagli del proprio lavoro in un paper pubblicato da Proceedings of the National Academy of Sciences, hanno spiegato che questo tipo di formula consente di mettere a punto vaccini in pochi giorni e, quindi, potrebbe aiutare a rispondere in maniera immediata ad epidemie, come quella di ebola scoppiata oltre due anni fa, o a pandemie, come quella di febbre suina del 2009. Ma non solo: l'intento degli scienziati è anche quello di servirsi di questo approccio per creare dei “vaccini anti-cancro”, ossia nanoparticelle che istruiscono il sistema immunitario a riconoscere e distruggere le cellule tumorali.

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