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Usa, prelievo di tessuti cerebrali per capire origine di CTE nei soldati

L’insorgenza troppo frequente dei sintomi dell’encefalopatia traumatica cronica nei soldati ha allarmato il Dipartimento della difesa, che ha disposto il prelievo di tessuti cerebrali sui militari deceduti.
A cura di Redazione Scienze
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Il Dipartimento della difesa americano ha disposto per la prima volta il campionamento di tessuti cerebrali dai propri soldati. Il Pentagono, infatti, potrà richiedere tale prelievo alle famiglie dei soldati defunti dopo un sospetto trauma cranico in servizio. Il dott. Jonathan Woodson, assistente segretario alla difesa. ha dichiarato che "Il sistema sanitario militare sta impiegando tutte le risorse possibili per capire al meglio come prevenire, diagnosticare e trattare le lesioni cerebrali traumatiche e per garantire che i membri attualmente in servizio possano vivere bene, produttivamente e a lungo". Il Centro di neuroscienze e medicina rigenerativa preposto alla ricerca del Pentagono ha sede a Bethesda, nel Maryland, ed è stato finanziato dallo stato federale. L'obiettivo principale sarà capire che incidenza ha il trauma cranico riportato in servizio con l'insorgere dell'encefalopatia traumatica cronica (CTE).

Questa malattia, comune tra ex calciatori e pugili (detta infatti anche "demenza pugilistica"), è di natura neurodegenerativa ed è causata da un accumulo di una proteina in determinate aree del cervello, tale da disturbare determinate funzioni. Per il Dipartimento della difesa è importante capire quanto tale deficit sia dovuto al CTE e a traumi cerebrali e quanto, invece, a shock sul campo di battaglia. Ha spiegato infatti il dott. Daniel Perl, neuropsichiatra e direttore del Brain Tissue Repository, che i soldati "stanno tornando a casa con problemi preoccupanti e persistenti e non sappiamo a cosa sia dovuto ciò, se sia legato a reazioni psichiatriche ad azioni di guerra o a un danno effettivo al cervello, così come accade ai giocatori di calcio".

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