Undici nuovi cuccioli tra gli orsi dell’Abruzzo
Per festeggiare al meglio il compleanno della riserva nazionale che da decenni si occupa della loro tutela, gli orsi marsicani hanno scelto un regalo speciale: undici cuccioli che da quest'estate stanno scorrazzando nei territori protetti del Parco d'Abruzzo, Lazio e Molise che il 9 settembre di quest'anno ha compiuto i suoi "primi" novant'anni di vita. Un traguardo significativo lungo una strada costellata di battaglie e di successi, campagne di denuncia, scontri e collaborazioni, momenti di profonda difficoltà e e lotta costante all'onnipresente minaccia dell'edilizia, per un'area che è un vanto per l'intero Paese e per tutte le comunità locali, non solo sotto il profilo ambientale ma anche dal punto di vista turistico.
Con una popolazione stimata intorno alle quaranta unità, gli orsi marsicani rappresentano non solo l'animale-simbolo del Parco ma anche una delle più ardue sfide da portare avanti per tutta l'amministrazione e i lavoratori dell'ente: ecco perché l'ultimo censimento realizzato quest'estate costituisce un piccolissimo trionfo all'interno di politiche di conservazione che, pur non senza molte opposizioni ed avversità, iniziano a veder maturare i primi frutti. Così, dopo un 2011 che aveva "regalato" soltanto tre cuccioli di orso, facendo registrare il "minimo storico" da quando sono iniziate le osservazioni attraverso la conta delle femmine con relativa prole, il 2012 si è presentato un anno particolarmente fecondo per le orse in età riproduttiva. Dal 2006 ad oggi, il monitoraggio delle madri con cuccioli, tecnica già sperimentata in alcuni parchi degli Stati Uniti, rientra nel progetto Life Arctos ed è coordinata dal Dipartimento di Biologia dell'Università di Roma La Sapienza.
Undici piccoli, otto nell'area abruzzese e tre in quella delle Mainarde Molisane, che stando ai primi rilievi effettuati presenterebbero anche un buono stato di salute: un fatto che potrebbe scongiurare il rischio di mortalità infantile che, per i plantigradi nel primo anno di vita, può sfiorare anche il 50%. Tante le specie che godono della bellezza e dei rifugi inviolabili del Parco Nazionale d'Abruzzo che, inaugurato nel 1922 a Pescasseroli, ha ancora nella cittadina abruzzese la sua sede e la direzione centrale: dal lupo appenninico al camoscio d'Abruzzo. Certamente però la nascita di un orso marsicano, a causa della sua piccolissima popolazione, è l'evento capace di suscitare maggiore emozione tra le notizie che provengono da quella che fu la prima area protetta italiana, riserva di vita e di speranza per un futuro ambientale migliore.
L'Ursus Arctos Marsicanus appartiene ad una sottospecie che si differenzia geneticamente da quella alpina e, dunque, costituisce una variante endemica specifica dell'Italia centrale appenninica. Sebbene la sua salvaguardia e sopravvivenza siano da decenni al centro delle attenzioni, e nonostante gli sforzi compiuti in questa direzione, il numero di plantigradi presenti sul territorio è andato sempre più incontro ad una contrazione, pur essendo rimasto stabile negli ultimi anni, che non ha fatto registrare mai positive inversioni di tendenza. Oltretutto la scarsezza di individui lascia spazio a molte preoccupazioni dovute alla riduzione della variabilità genetica che comporta un indebolimento generale dello stato di salute della popolazione, esponendola al rischio ulteriore di contrarre malattie anche epidemiche.
Di tanto in tanto capita anche di imbattersi in un orso marsicano morto, ucciso dal veleno o dal fucile, in ogni caso dalla mano dell'uomo: pochissimi episodi isolati che, tuttavia, per un animale la cui stessa sopravvivenza è in pericolo grave, possono avere un effetto devastante. Per questo, nello gioire per la splendida notizia di undici nuovi cuccioli nati nel Parco che forse aiuteranno l'orso marsicano a continuare ad arricchire la nostra biodiversità, l'importante è non abbassare mai la guardia.