Una tomba ricchissima è stata scoperta in Grecia
Quando hanno preso inizio i lavori la scorsa estate, il gruppo di ricerca guidato dagli archeologi dell’università di Cincinnati pensava che avrebbe scavato in corrispondenza di un’abitazione dell’età del bronzo. E invece, dopo un po’, ha iniziato a rendersi conto di trovarsi dinanzi ad una tomba, larga un metro e mezzo e lunga 2,4 metri: al suo interno riposavano le spoglie di quello che fu, probabilmente, un guerriero, accompagnato nel suo viaggio nell'aldilà da un corredo che ne testimoniava il prestigio sociale. Tanto ricco da far parlare della più grande scoperta nella Grecia continentale degli ultimi 65 anni: anche perché, purtroppo, è molto raro imbattersi in una sepoltura intatta.
Nel palazzo di Nestore
Il ritrovamento è avvenuto presso l'antica città di Pilo, nella regione del Peloponneso. Pilo fu la patria dei sovrani mitologici Neleo e di suo figlio Nestore, il primo ucciso da Eracle, il secondo partito già vecchio per la guerra di Troia. Citata diverse volte nei poemi omerici, la città è stata identificata soltanto a nel XX secolo grazie alla scoperta dei resti di due palazzi di età micenea.
Proprio nel complesso ed esteso sito del palazzo di Nestore è venuta alla luce una bara in legno: al suo interno, un uomo di età compresa tra i 30 e i 35 anni e il suo corredo, comprendente manufatti il cui stile lascia supporre che sia vissuto nel 1.500 a. C. circa. Forse fu un guerriero o magari un commerciante, speculano gli archeologi: in ogni caso un uomo ricco, potente e che meritò una sepoltura con tutti gli onori.
Il corredo del guerriero
Nel suo sepolcro non trovano spazio recipienti in ceramica, perché tutte le coppe, i boccali e i piatti sono in metallo. Tra le armi la più spettacolare è una spada bronzea di un metro, che giaceva alla sinistra dell'uomo, con un’impugnatura d’avorio ricoperta d’oro; è stato ritrovato anche un pugnale lavorato secondo la stessa tecnica, oltre a diversi altri pugnali e alla punta di una lancia.
E poi ci sono sei pettini in avorio decorati e diversi pezzi dello stesso materiale intagliati, tra cui spicca una placca ritrovata tra le gambe dell’uomo rappresentante un grifone con ampie ali, un’altra con un leone che attacca un grifone, il manico di uno specchio in bronzo.
E ancora: vasellame in bronzo, con alcuni pezzi che presentano decorazioni in oro e argento; sei coppe d’argento; quattro anelli in oro con sigilli (mai, in Grecia, ne erano stati trovati così tanti nella medesima tomba), due coppe in oro ed una in argento ed oro, una collana unica lunga circa 80 centimetri con due pendenti sempre in oro decorati con foglie d’edera, numerose perline auree in perfette condizioni. Perline in quantità impressionanti – oltre il migliaio – sono state ritrovate anche in altri materiali: ametista, agata, quarzo. Probabilmente era la decorazione di un sudario, come si evince da alcuni frammenti di tessuto sopravvissuti nel sepolcro per 3.500 anni.
Tra Pilo e Creta
Nella tomba sono stati ritrovati anche più di cinquanta sigilli in pietra, con intricate incisioni in stile minoico rappresentanti, divinità, altari, leoni, tori dalle lunghe corna, figure umane e taurine: motivi estremamente ricorrenti a Creta che destano molto interesse negli archeologi. La tomba, infatti, può fornire importanti informazioni storiche sulla civiltà micenea che iniziava a fiorire proprio nell'epoca in cui visse l'uomo e, secondo gli autori della scoperta, è interessante notare come alcuni manufatti testimonino del suo apprezzamento per la delicata e sofisticata arte della civiltà minoica che all'epoca splendeva ancora sull'isola di Creta.
Molti oggetti provengono proprio dalla stessa isola, così come non si può escludere che la sua abitazione avesse delle caratteristiche estetiche riconducibili alla civiltà minoica: anche per questo si ipotizza che l'uomo potesse essere anche un commerciante, vista anche l'abbondanza di reperti che potrebbero risalire a regioni ancora più lontane (come l'Egitto). Fatto sta che è noto come la civiltà cretese abbia avuto delle influenze sulla cultura micenea, almeno fino a quando non collassò e vide rimpiazzata la sua egemonia sul mare.