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Covid 19

Una possibile nuova variante Covid preoccupa il Messico

Rilevata in quattro persone residenti nella zona di Jalisco, potrebbe essere diversa da quelle emerse in Brasile, Regno Unito e Sudafrica. La mutazione rilevata è sempre la E848K ma saranno necessarie almeno altre due settimane di analisi per sapere se si tratta di una nuova variante messicana.
A cura di Valeria Aiello
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Una nuova variante del coronavirus potrebbe essere stata rilevata in Messico. Lo hanno annunciato i ricercatori del Laboratorio per la diagnosi delle malattie emergenti e riemergenti (LaDEER) dell’Università di Guadalajara, riportando di aver riscontrato una versione mutata di Sars-Cov-2 in quattro persone residenti nella zona di Jalisco, nella parte occidentale del Paese. Secondo Natali Vega Magaña, a capo del laboratorio, non è escluso che possa trattarsi di una nuova “variante messicana” del coronavirus dal momento che, si legge in un comunicato dell’Università di Guadalajara, la versione del virus “non era stata mai rilevata in Messico”.

Una possibile nuova variante rilevata in Messico

L’identificazione è avvenuta lo scorso 27 gennaio grazie a un sistema di rilevazione delle mutazioni. “Abbiamo condotto uno screening su campioni di pazienti che erano positivi al coronavirus ed eseguito un test per rilevare la mutazione E484K” ha spiegato Natali Vega, indicando che dei quattro pazienti con la variante, uno ha avuto contatti con uno straniero a Puerto Vallarta, mentre altri due non hanno riportato di contatti con persone che hanno viaggiato all’estero.

La mutazione in questione (E484K) è la stessa inizialmente segnalata anche nelle varianti identificate in Sudafrica e Brasile e recentemente emersa anche in quella isolata nel Regno Unito. Tuttavia, “ma è importante chiarire che la mutazione rilevata nel nostro laboratorio non conferma necessariamente che i pazienti siano stati infettati dalle varianti sudafricane o brasiliane – ha aggiunto Natali Vega – . Continueremo quindi ad indagare in profondità per poterlo confermare o stabilire se la mutazione fa parte di una variante che può essere locale”.

Il timore è che, come indicato da recenti evidenze scientifiche, la mutazione E484K sia associata a una variante di fuga immunitaria, dunque alla capacità del virus di sfuggire agli anticorpi neutralizzanti indotti da una precedente infezione del patogeno originario. Ne parlavamo anche qui, analizzato i potenziali effetti di questa mutazione nella variante brasiliana che a Manaus, la capitale dell’Amazzonia, è stata responsabile della recrudescenza del contagio nonostante i tre quarti della popolazione fossero già stati colpiti dalla prima ondata di Covid-19. La stessa mutazione potrebbe inoltre influire sulla protezione conferita dai vaccini anti-Covid, riducendone l’efficacia, come anche indicato dai dati della sperimentazione in Sudafrica del vaccino di Johnson & Johnson.

Quello che possiamo confermare è che abbiamo rilevato la presenza della mutazione E484K e che questa è una scoperta importante, poiché non era stata mai segnalata in Messico – ha sottolineato Natali Vega – . Tuttavia, sono necessari studi più approfonditi come il sequenziamento, così come l’analisi di campioni più positivi per determinare la prevalenza di questa mutazione a Jalisco”.

I ricercatori stanno già lavorando a protocolli di sequenziamento della variante ma saranno necessarie almeno altre due settimane per sapere se si tratta di una nuova variante messicana. “Poiché si tratta di una mutazione recente, mancano ancora molte informazioni e studi. Dobbiamo essere molto attenti e cauti con le informazioni che abbiamo, perché sono preliminari. Ciò che è stato riportato è che questa mutazione potrebbe essere correlata alla reinfezione ma è importante non allarmarsi e soprattutto continuare a prendere precauzioni, con particolare attenzione all’igiene, al distanziamento sociale e al corretto uso della mascherina” ha concluso Natali Vega.

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