Una passeggiata di 15 minuti allontana il pericolo dell’invalidità
Bastano venti minuti di passeggiata per allontanare lo spettro della disabilità che accompagna la vecchiaia. A dirlo è lo studio LIFE della Yale School of Medicine, coordinato presso l'Università della Florida, presentato al convegno annuale dell'American College of Sports Medicine a Orlando e pubblicato sul Journal of American Medical Association. Secondo gli studiosi c'è un collegamento diretto tra l'abitudine di chi fa una rilassante passeggiata quotidiana di circa quattrocento metri e la capacità di muovere e coordinare i propri movimenti nella terza e quarta età. Per provare i benefici delle tipiche passeggiate al parco dei più anziani, gli studiosi hanno esaminato un campione di 1.635 persone di entrambi i sessi, di età compresa tra i 70 e gli 89 anni e con abitudini sedentarie.
Il campione preso in esame è stato poi diviso in due gruppi. Per due anni il primo ha passeggiato per 150 minuti a settimane, mentre il secondo ha frequentato corsi di educazione sanitaria ed eseguito esercizi di stretching. Ogni sei mesi gli studiosi hanno esaminato lo stato di salute dei volontari, valutandone capacità motoria, pressione arteriosa, frequenza cardiaca e peso corporeo. Dopo due anni, i volontari del primo gruppo hanno mostrato la capacità di camminare ad un ritmo del 18% superiore alle persone del secondo gruppo e – soprattutto – hanno evidenziato una riduzione del 28% dei casi di disabilità tale da non poter camminare più.
Wendy Kohrt, professore di medicina presso il dipartimento di geriatria dell'Università del Colorado, ha osservato che, nonostante sia chiaro a tutti che l'attività fisica fa bene e che per dimostrare ciò non è necessario alcuno studio, restava ancora da stabilire quanta attività fisica sia necessario fare per ricevere dei benefici. "La ricerca di LIFE – ha concluso Kohrt – ha dimostrato che un modesto incremento dell'attività fisica può aiutare gli anziani a mantenere la propria indipendenza funzionale".