Una memoria eccellente grazie al potere delle emozioni
Ricordare non è un'attività esclusivamente razionale, ma anche emotiva. Secondo un recente studio degli psicologi della New York University, l'essere umano è in grado di rievocare dai propri ricordi dettagli apparentemente irrilevanti, se in suo soccorso sopraggiungono le emozioni, sia positive che negative. La capacità adattativa dell'essere umano coinvolge infatti anche l'attività mnemonica e quando dunque si trova a dover memorizzare informazioni utili a decifrare una situazione o un ambiente, in realtà nei recessi della propria mente non colloca solo ciò che in maniera consapevole ritiene rilevante, ma anche tutte le informazioni apparentemente irrilevanti. Successivamente, infatti, potrebbero tornare utili.
L'analisi, pubblicata su The Conversation, è partita dallo studio delle dichiarazioni dei testimoni dell'attentato dell'11 settembre 2001 contro le Torri gemelle. In quell'occasione si è potuta notare la capacità di memorizzare informazioni neutre che normalmente non si sarebbe stati in grado di rievocare. Le emozioni accrescono la capacità di ricordare coinvolgendo nel processo mnemonico le regioni cerebrali coinvolte nell'elaborazione emotiva, come l'amigdala e lo striato, e quelle che invece decodificano nuove esperienze come l'ippocampo.
Come funziona il processo di consolidamento della memoria operato dalle emozioni? Per dare una risposta a questa domanda è stato eseguito un test. Un campione di volontari è stato posto una prima volta di fronte all'immagine di animali ed utensili e poi, dopo una pausa, è stato invitato ad osservare altre simili immagini. In questa seconda fase una piccola scarica elettrica al polso accompagnava l'immagine di quest'animale o di quell'utensile. Che in fase di colloquio ricordasse più facilmente l'immagine associata alla "pena" era ben prevedibile.
Quello che invece non era ancora emerso è che l'emozione non consolida nella memoria solo l'elemento associato, ma anche tutto ciò che, nel contesto, può apparire correlato. I volontari, infatti, non ricordavano meglio soltanto l'immagine associata allo stimolo, ma anche tutte quelle che seguivano. Ricevuto lo stimolo durante l'osservazione della figura di un animale, il campione preso in esame avrebbe ricordato meglio tutte le immagini di animali visionate successivamente. Non solo: il volontario riusciva a ricordare meglio anche quelle apparse nella prima sessione di osservazione. Le emozioni, dunque, fissano nei nostri ricordi informazioni che scandagliano il passato ed informano le nostre decisioni future.