Una lettera di Einstein va all’asta: è in italiano
Forse non tutti sanno che Albert Einstein aveva una certa familiarità con l'italiano: per un periodo della sua adolescenza, infatti, al seguito della famiglia aveva vissuto a Pavia e, in quegli anni, aveva imparato ad esprimersi e a scrivere nella nostra lingua. Detto ciò, quindi, non ci stupiremo sapendo che una sua lettera, che verrà battuta all'asta prossimamente, venne vergata proprio in italiano.
Discussioni tra fisici
Destinatario della missiva, scritta sul retro di una cartolina postale, è il «Prof. Ing. Giovanni Giorgi, corso V. Em. 39, Roma (Italia)», così come è possibile leggere direttamente dalla grafia del grande fisico tedesco: Giorgi fu un ingegnere elettrotecnico nonché fisico toscano. Nel testo si leggono affascinanti affermazioni (con qualche imprecisione grammaticale!) che, pur condensate in un testo piuttosto breve, sembrano compendiare brillantemente il pensiero di Einstein. Lo scienziato esordisce con un «Caro signor collega!» per poi mostrare una certa condivisione di punti di vista scientifici con Giorgi: «Anch'io sono dell'opinione che un movimento di un etere con un [formula matematica] tanto grande è praticamente inammissibile. Dio ha creato il mondo con più eleganza ed intelligenza». Seguono riferimenti a teorie ed esperimenti altrui per concludere con «Non dubito della validità della teoria della relatività. Suo, Albert Einstein».
Il Dio di Einstein
Particolarmente interessante è il riferimento ad un Dio Creatore: nonostante Albert Einstein non fosse affatto religioso, e non ne facesse un mistero, non disdegnava di riferirsi ad un Dio, inteso in senso filosofico, nell'ambito dello stesso contesto scientifico. Nel 1929, del resto, affermava di credere nel Dio di Spinoza, ossia nella perfetta armonia di tutto l'Esistente che, scrisse ancora diversi anni dopo, si manifesta nella illimitata ammirazione per la struttura del mondo che può essere «rivelata dalla nostra scienza».
Cimelio per (danarosi) collezionisti
La lettera risale al 12 luglio del 1925 e proviene dalla Francia, dove un collezionista è entrato in suo possesso lo scorso anno. Sarà battuta all'asta a Boston, presso la RR Auction, con una cifra di base notevole, pari a 55.000 dollari. Ma, certamente, non mancherà chi si sentirà di fare il "sacrificio" pur di avere un così prezioso cimelio.