Una cellula tumorale fotografata in profondità
Utilizzando una innovativa tecnica di imaging, un gruppo di ingegneri biomedici della School of Engineering & Applied Science della Washington University di St. Louis sono riusciti a guardare in profondità in una cellula tumorale ai primi stadi di sviluppo in un tessuto; indispensabile è stato l'uso di una proteina proveniente da un batterio.
I ricercatori hanno scoperto che, modificando geneticamente le cellule del glioblastoma (tumore tra i più aggressivi) in modo che queste esprimano la proteina BphP1, sono in grado di vedere chiaramente all'interno di decine di centinaia di cellule cancerose viventi fino ad una profondità di un centimetro all'interno del tessuto: questo grazie alla tomografia fotoacustica. Il lavoro è stato pubblicato da Nature Methods e costituisce il primo esempio di combinazione tra diverse tecniche che consente di realizzare immagini ad elevatissima risoluzione di un tumore anche nelle fasi iniziali.
La proteina BphP1 è sensibile alla luce su diverse lunghezze d'onda e cambia le sue proprietà di assorbimento in accordo con queste; combinando le rilevazioni luminose con quelle sonore, gli studiosi hanno potuto guardare "da vicino" alle cellule, sia nella luce rossa sia in quella del vicino infrarosso, penetrando a fondo e ottenendo una visione ricca di particolari.
«Questa tecnica è estremamente utile per la diagnostica per immagini del cancro. Quando abbiamo guardato all'inizio al tumore ai primi stadi di sviluppo, le cellule tumorali non differivano molto dai tessuti circostanti in salute. Poiché il sangue abbondante dava forti segnali, le cellule cancerose non spiccavano. Adesso, con questa nuova tecnologia, possiamo vedere le cellule tumorali in un piccolo frammento di tessuto anche quando il cancro è ancora all'inizio» ha spiegato Junjie Yao, tra gli autori dello studio.