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Un Pianeta che si crede una cometa (o quasi)

Con la sua orbita decisamente singolare, HD 80606 b ha attirato l’attenzione degli scienziati che ne hanno osservato le caratteristiche con il telescopio Spitzer.
A cura di Nadia Vitali
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Credits: NASA/JPL-Caltech/MIT/Principia College
Credits: NASA/JPL-Caltech/MIT/Principia College

Contrariamente a quanto si è creduto per secoli, il nostro Sistema Solare è tutt'altro che un modello standard nell'Universo: sistemi stellari assai diversi popolano le immensità del cosmo e, tra essi, veramente di rado potremo trovare Pianeti che orbitano ciascuno sulla propria traiettoria attorno ad una Stella madre, con i più piccoli e rocciosi concentrati verso l'interno e i giganti gassosi verso l'esterno. Sono stati soprattutto gli ultimi venti anni, con il progressivo imporsi di telescopi potentissimi, a rivelare una infinità di configurazioni completamente inattese e decisamente esotiche.

I gioviani caldi

Tra questi trovano posto i Pianeti gioviani caldi, oggetti infuocati che orbitano molto vicino alle proprie Stelle madri e che, da sempre portano, gli scienziati ad interrogarsi sulla loro natura. Grazie al telescopio NASA Spitzer, gli scienziati del MIT, dello Space Telescope Science Institute e della University of California presso Santa Cruz hanno osservato un esopianeta, chiamato HD 80606 b, dalle caratteristiche ancora più sorprendenti rispetto a quelli conosciuti fino ad oggi.

HD 80606 b

Con la sua taglia simile a quella di Giove, ma più massiccio di circa quattro volte, esso si trova in un sistema posto a 190 anni luce dalla Terra, nella costellazione dell'Orsa Maggiore. A renderlo straordinario è la sua orbita decisamente eccentrica. Sostanzialmente HD 80606 b trascorre oltre 100 giorni del suo percorso orbitale lontano dalla sua Stella madre, seguendo un'orbita piuttosto oblunga, più simile a quella di una cometa. Dopodiché, in appena 20 ore, il pianeta riceve un'incredibile quantità di energia dalla propria Stella, pari a circa un milione di volte quella che la Terra riceve dal Sole ogni giorno: questo accade perché transita molto vicino, prima di prendere nuovamente la via della fuga.

Effetti di un incontro ravvicinato

La distanza – per intenderci – è talmente minima che se la Terra passasse tanto vicino al Sole perderebbe in poco tempo la sua atmosfera e vedrebbe la propria superficie trasformarsi in magma. D'altronde, anche HD 80606 b non resta del tutto indifferente ai suoi passaggi ravvicinati: gli scienziati hanno determinato che, in queste occasioni, la sua temperatura arriva a superare i 1.120 gradi centigradi per poi scendere vertiginosamente talmente in basso da non essere più rilevabile attraverso il telescopio Spitzer. E – dettaglio ancor più sorprendete – questo brusco raffreddamento avviene in appena una decina di ore.

Osservazioni con il telescopio Spitzer

Proprio le variazioni di temperatura del Pianeta sono state l'oggetto dello studio guidato da Julien de Wit, del Department of Earth, Atmospheric and Planetary Sciences del MIT. I ricercatori hanno osservato l'avvicinamento di HD 80606 b per 85 ore , notando tutte le trasformazioni avvenute durante questa fase nonché le proprietà dinamiche del Pianeta. I dettagli del lavoro sono stati illustrati in un un articolo pubblicato dall'Astrophysical Journal Letters.

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