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Covid 19

Un nuovo esame del sangue predice il rischio di morte per Covid

Potrebbe aiutare a individuare quali sono i pazienti più a rischio prima dell’aggravarsi della malattia: “Sapendolo in anticipo – indicano gli sviluppatori del test – , capiremo chi probabilmente finirà in terapia intensiva e chi potrà invece recuperare a casa, adattando gli interventi in base al livello di rischio”.
A cura di Valeria Aiello
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Un nuovo esame del sangue, basato sull’analisi di 50 geni, può predire quali sono i pazienti a più alto rischio di sviluppare forme gravi e potenzialmente fatali di Covid-19 prima dell’aggravarsi della malattia. Lo rivelano i ricercatori dell’Università della Florida del Sud che hanno messo a punto un’analisi del sangue periferico in grado di identificare il profilo genetico associato agli esiti negativi dell’infezione da coronavirus.

La ricerca, pubblicata sulla rivista EBioMedicine di The Lancet, si basa sulle conoscenze già acquisite sulla fibrosi polmonare idiopatica (IPF), una malattia caratterizzata dalla formazione di tessuto cicatriziale all’interno dei polmoni in assenza di cause note. “Anche le forme gravi di Covid-19 possono danneggiare l’interstizio polmonare, portando a gravi cicatrici” indicano i ricercatori che, a livello molecolare, hanno identificato un profilo di rischio genetico che predice gli esiti di Covid-19. “Ciò significa che ogni paziente con Covid-19 potrebbe potenzialmente sottoporsi a un esame del sangue che può dirci se è ad alto o basso rischio di morte… E sapendolo in anticipo, capiremo chi probabilmente finirà in terapia intensiva e chi potrà invece recuperare a casa, con un monitoraggio appropriato, adattando i nostri interventi ai singoli pazienti in base al loro livello di rischio”.

Con l’evolversi della pandemia di Covid-19 – ha aggiunto la prima autrice dello studio, la dottoressa Brenda Juan-Guardela dell’Health Morsani College of Medicine dell’Università della Florida del Sud – ci siamo chiesti se potevamo utilizzare le firme genetiche note per la mortalità della malattia polmonare fibrotica per prevedere il rischio di morte nelle persone contagiate dal nuovo coronavirus. Per quanto ne sappiamo, questo studio è il primo a confrontare i profili dei geni immunitari tra le due malattie, che sono risultati notevolmente simili”.

In tal senso, i ricercatori hanno esaminato i modelli di espressione genica noti per prevedere la mortalità per IPF in tre coorti di pazienti con Covid-19 e due coorti con IPF, osservando che il ricovero in terapia intensiva, la ventilazione meccanica e la mortalità erano associate a un profilo ad alto rischio di cinquanta geni. I ricercatori hanno anche eseguito un’analisi dell’espressione genica su singole cellule e identificato cellule immunitarie specifiche – monociti, neutrofili e cellule dendritiche – come la fonte primaria di cambiamenti dell’espressione genica nel profilo associato allo sviluppo di forme gravi di Covid-19.

Sebbene siano necessari ulteriori studi – ha affermato Jose Herazo-Maya, ricercatore principale dello studio e responsabile della Divisione di pneumologia, terapia intensiva e medicina del sonno dell’Health Morsani College of Medicine dell’Università della Florida del Sud – studiosi e medici potrebbero presto essere in grado di applicare i profili di rischio genetico per individuare quali sono i pazienti più a rischio e migliorare l'approccio ai trattamenti sia per Covid-19 sia per IPF”.

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