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Un nano-satellite italiano nello spazio

Argotec è il solo CubeSat, tra quelli proposti a livello europeo, a essere stato selezionato dalla NASA per una missione di collaudo di Orion.
A cura di Nadia Vitali
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Rappresentazione artistica del veicolo spaziale Orion nello spazio
Rappresentazione artistica del veicolo spaziale Orion nello spazio

Con la prima missione dello Space Launch System, avrà luogo il secondo volo di collaudo dell'Orion Multi-Purpose Crew Vehicle, veicolo spaziale attualmente in fase di realizzazione da parte della NASA e in futuro destinato all'esplorazione umana degli asteroidi e per un ritorno nei dintorni lunari, con la prospettiva del futuro sbarco su Marte (nel 2030, si vocifera).

Tale missione è prevista per la fine del 2018 e vedrà il lancio nello spazio profondo di 13 CubeSat, ossia nano-satelliti: tra quelli selezionati dalla NASA c'è anche ArgoMoon, prodotto completamente Made in Italy perché progettato e realizzato interamente dalla Argotec, azienda ingegneristica italiana specializzata nella ricerca e sviluppo di sistemi aerospaziali; è l'unico ad essere stato scelto tra quelli proposti a livello europeo. A coordinare i lavori ci sarà l'Agenzia Spaziale Italiana che, ancora una volta, dimostra il peso notevole del nostro Paese nell'ambito della ricerca spaziale.

Costi limitati, dimensioni ridotte e presenza di alcuni componenti commerciali: questi sono alcuni tra i vantaggi dei CubeSat, i «droni del futuro» che, negli ultimi anni, hanno visto aumentare considerevolmente il loro utilizzo. Il lavoro degli ingegneri Argotec, dunque, consisterà nel cercare di ridurre al volume di una scatola di scarpe raffinate ed affidabili strumentazioni tecnologiche. Il nano-satellite prevede una macchina fotografica ad elevatissima risoluzione, due pannelli solari, un piccolo sistema di propulsione e uno di comunicazione.

Il compito di ArgoMoon sarà quello di scattare fotografie significative della Exploration Mission 1 (EM-1), testando al contempo sistemi innovativi di comunicazione: gli esiti del lavoro consentiranno di guardare alla possibilità di estendere l'impiego dei nano-satelliti, abbassando notevolmente i costi dell'osservazione terrestre e rendendola così accessibile anche ai privati.

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