Un modello alternativo all’ospedalizzazione: il coronavirus si combatte (anche) a casa con un’app

Nell'emergenza contro il coronavirus la troppa ospedalizzazione dei pazienti può avere un impatto significativo sull'incremento del numero dei contagi e persino della mortalità della COVID-19, l'infezione scatenata dal patogeno. È la riflessione di diversi specialisti, in particolar modo di quelli della Lombardia, la regione più colpita d'Italia. Pertanto, laddove possibile, si sta facendo tutto il necessario per promuovere e raccomandare modelli alternativi al ricovero in ospedale, con l'assistenza a domicilio suffragata dalla tecnologia (telemedicina) e da personale dedicato.
In prima linea su questo fronte c'è la Cooperativa Medici Milano Centro, una branca del consorzio nazionale di cooperative di medici di famiglia (CO.S Consorzio Sanità), che spinge per un “modello organizzativo nuovo, in grado di innescare meccanismi di autoeducazione nei pazienti”, e appunto, “alternativo alla troppa ospedalizzazione”, come specificato sul portale della legacoop Lombardia. Grazie al lavoro del Dottor Emanuele Urbani, sono state apportate modifiche alla piattaforma di telemedicina utilizzata dai medici di famiglia lombardi per assistere i pazienti cronici, rendendola adatta a seguire anche quelli affetti dal coronavirus SARS-CoV-2. Il dottor Urbani ha adeguato gli algoritmi sui dati della nuova patologia infettiva, ottenendo così un sistema con uno “scheletro” collaudato ma perfettamente plasmato per l'emergenza COVID-19. La piattaforma e l’app messe a punto dalla cooperativa, si legge nel sito di legacoop Lombardia, sono state "offerte ad istituzioni, Regione Lombardia e Ministero della Salute in primis, e a tutte le cooperative di medici presenti sul territorio nazionali", "perché la salute è un bene di tutti".
Come specificato dall’assessore al Welfare della Lombardia Giulio Gallera, che ogni giorno in diretta facebook comunica i dati relativi a contagi, ricoveri e decessi della sua regione poco prima della conferenza stampa della Protezione Civile, un ruolo importante in questo tipo di assistenza dovrà essere giocato dai medici di famiglia, dalla cosiddetta medicina di territorio. Saranno coinvolti nel percorso i pazienti con COVID-19 dimessi ma non ancora guariti e tutti quelli con sintomi riconducibili al coronavirus. Ma come funziona esattamente la piattaforma di telemedicina? Alla base, come specificato dal Dottor Albero Aronica, vice presidente della Cooperativa Medici Milano Centro, ci sono i “meccanismi di autoeducazione”, con i singoli pazienti che durante l'arco della giornata dovranno “ascoltarsi e monitorarsi”, tenendo traccia di parametri come pressione, febbre e respiro. Per favorire l'iniziativa si sta valutando la distribuzione ai pazienti dei saturimetri, strumenti in grado di tenere traccia della concentrazione di ossigeno del sangue, la cui riduzione può essere un campanello d'allarme per le complicazioni della COVID-19.
Tutti i dati potranno essere registrati dai pazienti sull'applicazione fornita dal medico curante, che li potrà osservare immediatamente sul proprio smartphone e intervenire in ogni momento. “Ora sto seguendo venti pazienti, i cui dati clinici sono sempre disponibili sul mio cellulare, per intervenire nel minor tempo possibile. I pazienti si sentono molto rassicurati”, ha dichiarato il Dottor Aronica. Nonostante la tecnologia e la buona volontà del personale sanitario, ci sono comunque delle criticità che debbono essere risolte al più presto dalle istituzioni. Come specificato dal dottor Aronica, infatti, c'è mancanza di “medici e dispositivi di protezione individuale per le visite a domicilio: camici monouso, sovrascarpe, guanti e mascherine”, che purtroppo non sono disponibili per tutti.