Un magnete per bloccare l’apertura della bocca: il controverso dispositivo per perdere peso
L'obesità è considerata dagli esperti una vera e propria epidemia globale, con un impatto sanitario, sociale ed economico particolarmente significativo nei Paesi ad alto reddito. Secondo le stime, nel mondo vi sono circa 2 miliardi di persone in sovrappeso e 650 milioni affette da obesità; queste condizioni, spesso associate a più patologie, provocano 2,8 milioni di decessi all'anno. Molti di essi secondo medici e scienziati sono prevenibili adottando uno stile di vita più salubre. Tuttavia obesità e sovrappeso sono sempre più diffusi e si ritiene che entro il 2030 ne soffrirà circa il 57 percento della popolazione adulta mondiale. Per combattere i chili di troppo sono fondamentali una ferrea volontà e il supporto da parte di professionisti della nutrizione, ma in taluni casi può essere necessaria la chirurgia bariatrica, con interventi invasivi e costosi come il bypass gastrico, la diversione biliopancreatica e il bendaggio gastrico. Pertanto gli studiosi continuano a cercare metodi alternativi per aiutare le persone bisognose a perdere peso, ad esempio attraverso farmaci e soluzioni più “ardite”. Una di esse arriva dalla Nuova Zelanda, ovvero un dispositivo in grado di serrare mascella e mandibola e impedire l'assunzione (temporanea) di alimenti solidi.
Lo strumento, chiamato DentalSlim Diet Control, è stato messo a punto da un team di ricerca internazionale guidato da scienziati della Facoltà di Odontoiatria dell'Università di Otago, che l'ha testato su un piccolo gruppo di donne affette da obesità. Il dispositivo serra mandibola e mascella attraverso un meccanismo magnetico che lascia un'apertura massima di circa 2 millimetri. Lo spazio è sufficiente per permettere la conversazione e la respirazione dalla bocca, ma come indicato impedisce di ingerire cibi solidi. La dieta liquida, del resto, viene spesso raccomandata per i pazienti affetti da grave obesità durante la prima fase del trattamento, per poi arrivare a un modello alimentare meno restrittivo. Gli scienziati, coordinati professor Paul Brunton, pro-rettore del Dipartimento di Scienze della Salute dell'ateneo neozelandese, hanno dimostrato che le pazienti sottoposte al trattamento (per due settimane) hanno perso una media di 6,36 chilogrammi (circa il 5,1 percento del grasso corporeo) e sono state motivate a proseguire nella dieta. Il principale ostacolo per l'avvio di una dieta è entrare nell'ottica di dover cambiare radicalmente le proprie abitudini e adattarsi a un regime ipocalorico, ha spiegato il professor Brunton in un comunicato stampa. Col DentalSlim Diet Control si permette ai pazienti di adeguarsi a tale variazione, rappresentando una sorta di volano a intraprendere la dieta e proseguirla.
Il progetto, nonostante l'entusiasmo del team di ricerca, è stato scarsamente apprezzato dal grande pubblico della rete, che ha associato il dispositivo a una sorta di strumento di tortura medievale. Alcuni hanno contestato il fatto che possa rappresentare un pericolo in caso di emergenze, ad esempio quando vi è necessità di intubare il paziente. Va detto che il DentalSlim Diet Control può essere montato solo dal dentista e che tutti i pazienti sono stati dotati di una chiave di sicurezza per sbloccarlo. Nessuno di quelli coinvolti nello studio ne ha però fatto uso. Le pazienti hanno dichiarato che solo occasionalmente si sono sentite in imbarazzo e hanno avuto difficoltà a pronunciare alcune parole e a bere. Una ha affermato di aver “aggirato” il dispositivo bevendo bevande gassate e cioccolata fusa, mentre le altre si sono lamentate della monotonia della dieta liquida, risultata generalmente un po' troppo “dolce”. Ma in linea generale tutte le pazienti si sono dette soddisfatte e pronte a proseguire la dieta. Dispositivi simili sono stati testati anche in passato, ma rappresentavano un serio pericolo per i pazienti in caso di vomito. I dettagli della ricerca “An intraoral device for weight loss: initial clinical findings” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata British Dental Journal del circuito Nature.