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Un insetto che sembra Frankenstein

Larve che ricordano gamberetti e caratteristiche di diversi insetti a creare questo curioso animale i cui resti, risalenti a 120 milioni di anni fa, sono giunti fino a noi sotto forma di fossile.
A cura di Nadia Vitali
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È minuscolo e risale al Cretaceo, ovvero può contare ben 120 milioni di anni approssimativamente. Ma quello che lo rende speciale è il suo aspetto del tutto nuovo per gli scienziati: esso infatti ha le le ali e la parte centrale del corpo come quelle di una libellula, la struttura dei capillari delle ali simili a quelle della efemera mentre nelle zampe anteriori somiglia alla mantide religiosa. Questo bizzarro insieme di caratteristiche di insetti non imparentati tra di loro ha fatto guadagnare ai due piccoli fossili e alla trentina di larve ritrovate il soprannome di Insetto Frankenstein. 

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Il suo nome scientifico, per la verità, è molto meno facile da imparare e pronunciare: Coxoplectoptera è come è stato chiamato il nuovo ordine di classificazione creato appositamente dagli entomologi per questi esemplari di cui è impossibile trovare dei discendenti. Già, perché i soli animaletti a cui assomigliano vagamente le larve ritrovate sono le efemere, insetti che vivono in prossimità di stagni e laghi e che si incontrano soprattutto d'estate, con cui hanno in comune anche un esoscheletro che fa somigliare vagamente le larve dell'insetto Frankenstein a dei minuscoli gamberetti di fiume.

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Le efemere, però, conducono per lo più il proprio ciclo vitale nell'acqua sotto forma di larve e iniziano a volare dopo una serie di mute perdendo però la capacità di nutrirsi, ragion per cui non hanno un'esistenza da adulte superiore alle dodici ore, durante le quali trovano un compagno per la riproduzione. Viceversa i Coxoplectoptera erano con ottime probabilità in grado di alimentarsi durante tutto il corso della propria vita, anzi le loro zampe anteriori da mantide lasciano supporre che fossero anche dei feroci predatori.

I Coxoplectoptera si sono fossilizzati a Crato, in Brasile, e, conservatisi praticamente intatti fino ai giorni nostri sono stati estratti da lì e conservati nei più importanti musei di storia naturale del mondo: di recente ci si è imbattuti in questa bizzarra meraviglia della natura, lavorando ad un libro sui reperti provenienti dalla località brasiliana. Forse potranno dare una risposta ad un grande interrogativo scientifico: le ali si sarebbero originate per evoluzione da appendici mobili simili alle zampe, oppure da espansioni laterali presenti all'altezza del torace? Magari in quei pochi millimetri di storia millenaria è racchiusa la risposta.

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