Un buco nero supermassivo a “soli” 60 milioni di anni luce dalla Terra
Anche ai meno esperti, "buco nero" evoca qualcosa di tremendo e pericoloso, ma 60 milioni di anni luce di distanza ci lasciano tranquilli. Si trova nella vicina galassia a spirale NGC 1365 ed è osservata dal team dell'INAF diretto da Guido Risaliti. Il buco nero in questione vien definito "supermassivo" per via della densità e della conseguente capacità attrattiva. Questi tipi di buchi neri riescono infatti a "fagocitare" anche la luce. Fin qui, però, nulla di particolare, poiché i supermassivi si suppone che si trovino al centro di ogni galassia, compresa la nostra Lattea. La particolarità è che questo buco nero si muove all'84% della velocità della luce, accrescendo la propria forza gravitazionale.
La velocità di rotazione è stata calcolata sulla base delle rilevazioni della XMM-Newton dell’Agenzia Spaziale Europea e della NuSTAR della NASA. Rilevando i raggi x di bassa ed alta intensità emessi dalle stelle che circondano il buco nero, hanno potuto calcolare una velocità quasi pari a quella della luce. Il significato di questa ricerca è esposta dallo stesso Risaliti:
La parte più interessante di questa scoperta riguarda le possibilità che apre. Possiamo ora verificare la teoria della relatività generale in condizioni estreme, in una regione in cui il campo gravitazionale è enorme e le proprietà dello spazio-tempo intorno a esso sono radicalmente diverse dal caso standard newtoniano.
Lo studioso italiano ricorda inoltre che conoscere la velocità di rotazione dei buchi neri potrebbe aiutare la comprensione dell'evoluzione dell'Universo. Gli stessi buchi neri, del resto, giocano ad oggi un ruolo fondamentale nell'equilibrio delle diverse galassie. Non solo, infatti, fagocitano gas ed astri, ma contribuiscono a limitare una riproduzione di stelle altrimenti priva di limitazioni (e, si suppone, maggiormente distruttiva).
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