Un asteroide all'origine delle anomalie magnetiche lunari?
Per spiegare quel campo magnetico, che campo magnetico non è, già da tempo è stata avanzata l'ipotesi che l'impatto con un asteroide, piovuto sulla Luna miliardi di anni addietro, potrebbe essere stata l'origine del tutto. Perché da quando l'uomo ha deciso di rivolgere la propria attenzione alla superficie lunare, attraverso osservazioni accurate o addirittura risolvendosi a sbarcare su di essa, quel materiale magnetico diffuso in alcune aree della crosta lunare, ha da sempre destato grandi interrogativi negli studiosi: ma l'ultimo articolo sull'argomento, pubblicato dalla rivista Science, sembrerebbe, una volta per tutte, voler eliminare gli ultimi dubbi in merito confermando che, sì, effettivamente sarebbe stato un corpo celeste finito sulla superficie del nostro satellite a provocare quelle «anomalie».
L'impatto con la luna – Un gruppo di ricercatori dell'Institut de Physique du Globe di Parigi, della Harvard University e del Massachusetts Institute of Technology ritiene infatti di aver risolto l'enigma ricorrendo a quella che, tutto sommato, sembrerebbe quasi la più semplice delle spiegazioni possibili: quella magnetizzazione esclusivamente crostale, poiché la Luna non ha un vero campo magnetico come quello terrestre ma possiede soltanto alcune aree che presentano comportamenti e proprietà magnetiche, deriverebbe proprio dall'incontro con un asteroide avvenuto all'incirca tra 3.9 e 4.5 miliardi anni fa, che avrebbe colpito la superficie lunare probabilmente con un angolo obliquo. Un enorme corpo celeste vagante nello spazio che si sarebbe schiantato depositando una grossa quantità di rocce ricche di ferro e creando quel bacino South Pole-Aitken, il più grande cratere della luna nonché uno dei più estesi dell'intero Sistema Solare.
Lo studio – Se già in passato i ricercatori avevano valutato l'idea che la causa delle anomalie magnetiche sulla superficie lunare fosse riconducibile ad una quantità di materiali, residuo di un evento quale un impatto, quello che fino ad ora era mancato era un modello che potesse confermare questa possibilità: l'ultimo studio, infatti, si è concentrato nel riprodurre sperimentalmente lo scenario in cui un oggetto ha colpito il nostro satellite, provando di volta in volta con velocità più o meno elevate ed angoli dalle diverse ampiezze, verificando come i resti di asteroide, con le loro proprietà magnetiche, tenderebbero a restare sulla superficie. Certamente, al fine di condurre queste ricerche, si sono rivelati ugualmente indispensabili i rilievi topografici effettuati negli anni che hanno illustrato ed evidenziato come la maggior parte delle anomalie sia proprio distribuita lungo i margini di quell'immenso cratere, formatosi all'alba dei tempi sul nostro amato satellite.