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Un altro black out spaziale: questa volta alla sonda Dawn

Anomalia risolta con successo anche in questo caso. Dawn può dedicarsi nuovamente all’esplorazione di Cerere.
A cura di Redazione Scienze
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Rapprenetazione artistica della sonda della NASA Dawn tra Cerere e Vesta
Rapprenetazione artistica della sonda della NASA Dawn tra Cerere e Vesta

A pochi giorni di distanza dal black out che aveva fatto tremare per diversi minuti dalle stanze del controllo della sonda New Horizons, giunge notizia di un'altra anomalia di cui è stata protagonista, questa volta, la sonda Dawn.

Un black out intervenuto nel corso dell'esplorazione del Pianeta nano Cerere, l'asteroide più massiccio della fascia principale del Sistema Solare collocata tra le orbite di Marte e Giove. Nell'orbita di Cerere Dawn giunta lo scorso marzo, con la prima missione che osserva "da vicino" un Pianeta nano, servendosi anche di strumenti made in Italy come lo spettrometro VIR (Visual and Infrared Spectrometer) realizzato dall'Agenzia spaziale italiana e dall'Istituto nazionale di astrofisica.

Attualmente la sonda si trova a circa 4.400 chilometri da Cerere e, nei giorni scorsi, mentre era a lavoro sulla seconda mappatura della superficie dell'oggetto celeste, il suo software ha rilevato un'anomalia dopo l'accensione del motore che doveva avviare una manovra a spirale. In osservanza delle procedure previste, la sonda ha quindi interrotto tutte le attività trasmettendo un segnale radio al centro di controllo terrestre attraverso il quale ha richiesto ulteriori istruzioni.

Il recupero è stato immediatamente avviato e la sonda ha subito ripreso a funzionare normalmente. In ogni caso non si tratta di un incidente da trascurare, ragion per cui la NASA ha intenzione di lasciare la sonda nell'orbita attuale e di analizzare accuratamente le cause del problema, prima di programmare altre attività scientifiche: a quel punto potrà essere aggiornato il piano di volo.

Cerere è un oggetto estremamente interessante da studiare per gli astronomi e il lavoro effettuato in questi mesi lo ha ampiamente dimostrato: alcune osservazioni hanno già avanzato l'ipotesi di un oceano di acqua liquida al di sotto della sua superficie, ad esempio, e pare che siano stati anche collezionati indizi relativi alla presenza di una tenue atmosfera. Del resto, non si esclude neanche del tutto che possa ospitare forme di vita: la sua esplorazione è dunque ancora una missione troppo importante.

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