Ufo occultati dai flussi elettromagnetici? Una bufala
Scienziati indiani affermano: Gli UFO ci spiano da anni, protetti da un sistema di occultamento basato sul flusso elettromagnetico.
Questa tecnologia di occultamento si baserebbe sull'uso di un potente campo elettromagnetico in grado di rendere invisibile il disco volante. Anche i Russi avrebbero sperimentato questo genere di espediente; non solo: A prescindere dai necessari superconduttori l'energia che occorre può essere fornita semplicemente attraverso la meditazione.
E' proprio durante questi eventi che si registrerebbero nel mondo fenomeni paranormali, che i più identificherebbero coi miracoli. Ora non ci resta che scoprire qual è la fonte da cui parte questa notizia sensazionale, che ciclicamente ritorna sui Social Network – soprattutto Facebook – facendoci sognare. Soprattutto sarebbe interessante capire chi sono questi scienziati. Sì, perché fatti straordinari richiedono prove altrettanto straordinarie.
I più indicano come fonte il sito indiadaily.com, solo che facendo una ricerca per parole chiave non se ne trova traccia. Qualcosa la troviamo invece sul PuneMirror – evidentemente un giornale locale. Risale all'Ottobre di due anni fa.
"Pilot of an Ahmedabad-bound flight reported a green and white unidentified flying object hovering over 26,300 feet in the sky near Pune".
Insomma, il pilota di un volo di linea avrebbe avvistato a oltre 26mila piedi d'altezza un oggetto volante non identificato. Si chiama Mahima Chaudhary. Ovviamente dalla torre di controllo nessuno sa dare alcuna conferma; ma noi sappiamo che questo dipende dal fatto che il dispositivo di occultamento glielo ha impedito, ovviamente. Certo, è curioso che questa invisibilità coinvolga i radar e non la vista, ma tant'è.
Del resto, come spiega l'autore dell'articolo, non si tratta certo del primo avvistamento. Esistono infatti almeno due esempi – evidentemente considerati tra i più probatori – tra i tanti, immortalati da fugaci fotografie: Un avvistamento sopra le Ellora caves (2006) ed uno a Lucknow (2014).
Sono tante le informazioni che può darci una foto, anche solo con una minima infarinatura riguardo la fotografia digitale. Prendiamo il caso dell'UFO delle Ellora caves. Di qualsiasi cosa si tratti non può trovarsi lontano come sembra; esiste un fenomeno definito "occlusione atmosferica" che rende le tonalità di colore, man mano che aumenta la distanza, sempre più "sfumate" (un nero tenderà sempre più verso il grigio, ecc.) ma l'oggetto ha una tonalità di nero molto più marcata rispetto alla cresta della formazione rocciosa visibile nello sfondo (è una verifica che può fare chiunque usando lo strumento "conta gocce" di un qualsiasi programma di foto-ritocco); dobbiamo dedurne quindi che sia molto più vicino e molto più piccolo di quanto sembra. Sarebbe molto più probabile supporre che si tratti del fermo-immagine di un uccello o di un insetto. Del resto non si capisce come mai nessuno dei turisti presenti si accorga dell'UFO in volo proprio sopra le loro teste. Insomma, potrebbe trattarsi di quel che in gergo viene chiamato "BLURFO": UFO sfocato.
Per quanto riguarda invece l'UFO di Lucknow la spiegazione è ancora più disarmante. Qui ci viene in aiuto Scott Brando, di UFO of Interest, che da anni analizza foto e filmati ufologici. Si tratta di quel che nel gergo viene chiamato un "lens flare", ovvero, "un riflesso generato sulla lente della fotocamera o all'interno del gruppo ottico della stessa, speculare alla sorgente di luce". Liberi di storcere il naso, non di meno, sappiate che qualsiasi fotografo professionista – meglio ancora un fototecnico – potrà confermarvelo.
Che fine hanno fatto invece gli scienziati indiani? Quali i loro nomi? Non si sa. Forse sono stati messi a tacere. Probabilmente la loro voce è stata coperta dall'onda elettromagnetica generata dalle nostre risate.