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Tycho Brahe, storia di un’indagine nel passato

L’analisi dei resti dell’astronomo danese vissuto nel XVI secolo fa luce sui particolari della sua morte: verificando che Tycho Brahe non morì per avvelenamento, come precedentemente ipotizzato.
A cura di Nadia Vitali
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tycho brahe avvelenamento

Sebbene il suo corpo risposi in pace da più di quattro secoli, ancora molti misteri circondano la morte dell’astronomo danese Tycho Brahe: più di una volta, negli anni passati, si è sostenuto che egli sarebbe caduto vittima di un complotto le cui trame sarebbero state ordite alle sue spalle addirittura dal Sovrano di Danimarca in persona o dall'assistente ed amico Keplero. Di contro, le cronache dell’epoca raccontano che Tycho Brahe morì nel 1601 in seguito all'aggravarsi di un’infezione alle vie urinarie. Una curiosa leggenda sostiene che il male sarebbe stata la conseguenza dello scoppio della sua vescica, avvenuto durante un banchetto: pare che abbandonare i commensali prima della conclusione del ricevimento (anche solo per recarsi alla toilette) sarebbe stato segnale di gravissima maleducazione.

L'indagine: sulle tracce del mercurio

I resti dell’astronomo, custoditi nella città di Praga dove egli si trasferì negli ultimi anni della sua vita a causa dei disaccordi con Cristiano IV di Danimarca salito al trono nel 1596, furono già oggetto di una prima riesumazione nel 1901: fu in quell'occasione che vennero prelevati i campioni che servirono per alcune indagini condotte negli anni ’90 in Svezia, prima, e in Danimarca, poi. Gli esami sui peli della sua barba rivelarono livelli elevati di mercurio, lasciando ampio spazio all'ipotesi di un avvelenamento: tra i candidati assassini si annoverano astronomi rivali, con Keplero primo tra tutti; ma c’è anche chi ha avanzato una teoria secondo la quale Tycho Brahe sarebbe stato ucciso da un suo cugino, su ordine di Cristiano IV, poiché sospettato di avere una relazione compromettente con la madre del Monarca.

bara

Jens Vellev, professore medievalista presso la danese Aarhus University, non del tutto soddisfatto delle conclusioni dell’indagine, nel 2010 chiese ed ottenne il permesso alle autorità della Chiesa di Santa Maria di Týn per riaprire la sepoltura, al fine di sfruttare le più recenti tecnologie su nuovi campioni. Sorprendentemente, «tutti i test svolti hanno dato il medesimo risultato: la concentrazione di mercurio non era sufficientemente alta da causare la sua morte. Infatti, le analisi chimiche eseguite sulle ossa rivelano che Tycho Brahe non fu esposto ad una quantità anormale di mercurio nell'arco degli ultimi dieci anni della sua vita», come ha spiegato Kaare Lund Rasmussen, professore associato di chimica presso la University of Southern Denmark. Attualmente, gli esperti sono ancora all'opera poiché, tuttavia, le cause del decesso non sono ancora state appurate: quel che è certo è che, se anche l’astronomo fosse stato avvelenato, non sarebbe stato il mercurio la sua pozione letale.

Il naso d'argento che non c'era

Attorno alla figura di Tycho Brahe, in verità, fiorì più di un mito. Si narra, ad esempio, che in gioventù perse una parte di naso durante uno scontro con un esponente della nobiltà danese: i due si erano sfidati ad un duello che avrebbe dovuto stabilire chi avesse maggior talento matematico. Per tutto il resto della vita, dunque, l’astronomo fu costretto a portare una piastra sostitutiva che, secondo la leggenda, sarebbe stata realizzata in argento ed oro: in verità, già nel 1901 la protesi non era stata trovata nella tomba ma le tracce verdi identificate sulle ossa della regione nasale fecero ipotizzare che questa, invece, fosse in rame. Spiega il dottor Vellev:

Quando abbiamo riesumato il corpo nel 2010, abbiamo preso un piccolo campione dal naso al fine di esaminarne chimicamente la composizione. Sorprendentemente, le nostre analisi hanno confermato che la protesi non venne realizzata in un materiale prezioso, come si è pensato in precedenza: la colorazione verde ci fa concludere che essa contenesse in parti uguali rame e zinco, il che indica che fosse in ottone. Insomma, il celebre “naso d’argento” di Tycho Brahe non era d’argento, dopotutto.

supernova tycho

Racconti a parte, Tycho Brahe va ricordato soprattutto per i propri meriti scientifici: le sue osservazioni dei Pianeti e la catalogazione di un migliaio di corpi celesti furono tra i fondamenti della nascente astronomia moderna. Fu il primo ad individuare, nel 1572, un nuovo astro molto luminoso apparso nella costellazione di Cassiopea: si trattava di una supernova, il cui studio diede modo a Tycho Brahe di confutare alcuni principi della cosmologia aristotelica. Ideatore del sistema ticonico (derivante dal suo stesso nome) che fondeva alcune caratteristiche del sistema tolemaico con altre del sistema copernicano senza entrare in conflitto con le Sacre Scritture, cercò di persuadere il suo assistente Johannes Kepler della validità di questo, senza riuscirci. Storicamente, la sua morte, in virtù dell'autorità che Brahe aveva nella comunità scientifica, costituì un notevole passo avanti verso la successiva affermazione della teoria eliocentrica di Niccolò Copernico e nell'abbandono definitivo del sistema geocentrico tolemaico.

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