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Tutto pronto per il solstizio d’inverno: cos’è e perché coincide col giorno più corto dell’anno

Il solstizio di inverno sancisce il passaggio astronomico dalla stagione autunnale a quella invernale, che a sua volta si concluderà con l’equinozio di primavera. Nel 2020 si è verificato alle 11:02 di lunedì 21 dicembre. Ecco tutto quello che c’è da sapere su questo fenomeno, che coincide con il giorno con meno ore di luce dell’intero anno.
A cura di Andrea Centini
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Credit: myriams-fotos
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Alle 11:02 di lunedì 21 dicembre si è verificato il solstizio d'inverno, il momento esatto che nell'emisfero boreale (o settentrionale) determina il passaggio astronomico dalla stagione autunnale all'inverno. Nell'emisfero australe o meridionale si è verificato invece il passaggio di testimone tra la primavera e l'estate. Il solstizio d'inverno non è dunque un giorno, bensì uno specifico istante, quello in cui il Sole, nel suo moto apparente nella volta la celeste (è la Terra a orbitare attorno alla stella) raggiunge il punto di declinazione minima, venendosi a trovarsi direttamente sopra al Tropico del Capricorno e alla massima distanza al di sotto dell'equatore.

A causa di questo insieme di fattori, ne consegue che il solstizio d'inverno coincide con il giorno più corto dell'anno, o con la notte più lunga, che non è dunque il 13 dicembre (Santa Lucia), come vorrebbe la tradizione popolare. La durata del soleggiamento nel giorno del solstizio d'inverno sarà soltanto di 8/9 ore a seconda della città italiana presa in esame, con uno stacco di circa un'ora tra quelle del nord e quelle del sud. Il fenomeno coincide anche con la minor altezza raggiunta dal Sole rispetto all'orizzonte dell'intero anno.

Ma perché si chiama solstizio? Il termine deriva dal latino “solstitium” che è composto dalle parole sol (Sole) e stitium (verbo sistere), ovvero fermarsi. Il solstizio, in parole semplici, è il momento del “Sole fermo”. Ciò deriva dal fatto che durante questo evento la declinazione dell'astro cambia in modo lento, a differenza degli equinozi in cui essa varia molto rapidamente. In pratica, il Sole smette di “scendere” rispetto all'equatore e inizia lentamente a risalire, donandoci giorno dopo giorno sempre più luce. Questo processo andrà avanti fin quando le ore di luce e quelle di oscurità si equivarranno, nel giorno dell'equinozio di primavera. Le ore di soleggiamento continueranno ad aumentare fino solstizio d'estate, quando torneranno a diminuire nuovamente, dando vita a un nuovo ciclo.

Il solstizio d'inverno cade normalmente il 21 o il 22 dicembre, molto più raramente il 20 o il 23 del mese. Basti pensare che il prossimo solstizio d'inverno di 23 sarà nel 2303, mentre nel 2080 si verificherà il 20. La ragione per cui l'evento può capitare in giorni diversi è legato alla durata dell'anno solare, esattamente 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 46 secondi, che contrasta con i 365 giorni esatti del nostro calendario. Per ovviare a questo scarto di un quarto di giornata sono stati introdotti gli anni bisestili ogni quattro anni, che hanno un giorno in più (366) aggiunto a febbraio (29 giorni al posto di 28). Ciò permette di evitare slittamenti delle stagioni e di conseguenza di tutti i fenomeni ad esse associati, come appunto i solstizi e gli equinozi.

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