Cellulari sospettati di essere concausa di ictus per l’alta presenza di tungsteno
Gli effetti della connessione perenne al mondo sono ancora incerti. Diversi scienziati hanno in passato rassicurato gli accaniti utilizzatori di cellulari circa il fatto che l'indispensabile portatile non avrà effetti sulla loro salute. Gli scettici non sono mai mancati e il recente studio pubblicato dalla rivista "Public Library of Science ONE" darà loro ulteriori elementi di riflessione. 8.614 adulti statunitensi di età compresa tra 18 e 74 è stato osservato per un periodo di 12 anni, per poter poi calcolare il rapporto esistente tra presenza di tungsteno nel sangue e la frequenza di ictus. L'esito è stato sorprendete: chi ha alte concentrazioni di tungsteno rischia il doppio rispetto a chi ha valori bassi del metallo, indipendentemente dai fattori di rischio tipici.
Il tungsteno è contenuto in diversi strumenti di uso quotidiano, come smartphone, lampadine e computer portatili. Negli ultimi dieci anni la sua estrazione è più che raddoppiata, confermando l'insaziabile fame della società del 2.0 del metallo che, naturalmente, si trova in parte importante della catena alimentare. Cibi ed acqua potabile contengono in proporzioni infinitesimali il prezioso metallo, ma tanto non basta a spiegare per quale motivi alcuni soggetti facciano registrare più tungteno rispetto ad altri. La relazione con gli strumenti della connettività moderna è apparsa immediata, ma al momento non esiste alcuna conferma che l'uso di materiale altamente composto da tungsteno rappresenti una causa degli alti livelli di tungsteno nel sangue.