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Tumore al seno, nuova terapia post-operatoria ‘corregge la rotta’ contro la recidiva

Le pazienti con tumore al seno Her2+ rischiano di più la recidiva e sono più resistenti ai trattamenti somministrati in fase pre-operatoria, grazie ad un nuovo farmaco, utilizzato nel post-operatorio, è però possibile ridurre le probabilità di ricomparsa della malattia: ecco cosa c’è da sapere.
A cura di Zeina Ayache
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Una nuova terapia post-operatoria può ridurre di molto il rischio di recidiva per le pazienti con tumore al seno Her2+, la bella notizia arriva dal professor Michelino De Laurentiis, direttore dell’Oncologia senologica all’Ospedale Pascale di Napoli, che spiega le particolarità di questo trattamento.

Tumore al seno e recidiva. Il professore spiega che, in caso di tumore al seno, è importante individuare il rischio di recidiva per comprendere quale trattamento più efficace somministrare alle pazienti. Ci sono infatti casi in cui le donne con tumore al seno operato risultano resistenti al trattamento pre-operatorio, rischiando di più una recidiva.

Nuovo trattamento post-operatorio. Grazie però ad nuovo studio, lo studio Khaterine, i medici hanno la possibilità di ‘correggere la rotta’ in fase post-operatoria, modificando il trattamento e riducendo a livelli bassi o accettabili il rischio di recidiva, recuperando dunque le pazienti.

Il tumore al seno ‘a rischio’. Nello specifico, il medico spiega che la risposta completa al trattamento varia a seconda delle caratteristiche del tumore ed, in particolare, è minore nei casi di tumori che non hanno recettori ormonali, ma hanno l’Her2 amplificato. “Complessivamente possiamo dire che il 40% dei tumori lascia un residuo all’atto dell’intervento chirurgico pur avendo ricevuto, nella fase pre-operatoria, un trattamento neoaudiuvante”, spiega De Laurentiis.

Lo studio Khaterine. Per quando riguarda lo studio Khaterine, c’è da dire che è stato dimostrato che la resistenza al trattamento pre-operatorio è maggiore per i tumori Her2 positivi, in questo caso dunque è possibile intervenire con terapia post-operatoria indirizzando le pazienti ad un nuovo farmaco, il trastuzumab emtansine, che dimezza il rischio recidiva rispetto al trastuzumab.

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