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Tumore al seno, in aumento i casi tra le giovani

Ottobre è il mese della prevenzione del cancro al seno, promossa dalla LILT attraverso la Campagna Nastro Rosa.
A cura di Redazione Scienze
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Nel nostro Paese, al pari di molti altri, il tumore alla mammella costituisce il più frequente tipo di neoplasia riscontrata nella popolazione femminile, rappresentando circa un terzo di tutte quelle diagnosticate, con un'incidenza più elevata nel mondo occidentale, ossia negli Stati ad economia più avanzata. Ogni anno, in Italia si contano oltre 45.000 nuovi casi di cancro al seno, con un aumento dell'incidenza pari al 14% negli ultimi sei anni: il dato più preoccupante riguarda l'aumento tra le giovani donne di età compresa tra i 25 e i 40 anni, in cui l'incremento è stato di circa il 30%. Eppure oggi, in circa l'85% dei casi, si riesce a guarire dal cancro al seno: una percentuale che potrebbe salire fino al 98% se ciascuna donna eseguisse gli esami necessari per individuare la neoplasia, consentendo così una diagnosi sempre più rapida e cure tempestive.

La Campagna Nastro Rosa

Per questa ragione, la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori promuove la Campagna Nastro Rosa con l'obiettivo di diffondere la cultura della prevenzione come stile di vita, affinché ogni donna si sottoponga a visite senologiche periodiche, imparando a familiarizzare con il proprio corpo e allontanando, per quanto possibile, una paura comprensibilmente sempre più radicata. Ideata nel 1989 negli Stati Uniti da Evelyn Lauder e promossa in oltre 70 Nazioni, la Campagna nasce con lo scopo di sensibilizzare la popolazione femminile sulla necessità di sottoporsi agli esami utili ad identificare la presenza di neoplasie alla mammella. Dagli USA, la campagna è stata poi esportata in tutto il mondo: e così il mese di ottobre vede protagoniste diverse attività finalizzate ad evidenziare l'importanza della prevenzione e della diagnosi precoce. Spazio quindi all'informazione sul tipo di indagini mediche e controlli diagnostici necessari, ma anche sugli stili di vita sani, utili a pianificare una strategia di prevenzione. In Italia saranno 397 i Punti Prevenzione o ambulatori, la maggior parte dei quali all'interno delle 106 Sezioni Provinciali della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, disponibili per visite senologiche e controlli diagnostici clinico-strumentali: per conoscerli, basta visitare il sito della LILT.

L'importanza della prevenzione per contrastare il cancro al seno

La prevenzione del tumore alla mammella può avvenire secondo due grandi direttive: quella primaria che ha l'obiettivo di individuare i fattori rischio e di rimuoverli, ad esempio, attraverso i farmaci. In realtà, la farmacoterapia in questo specifico ambito (che prevede l’assunzione da parte della donna di sostanze che prevengono o interrompono il processo di cancerogenesi come, ad esempio, i derivati della vitamina A ed elementi ormonali) si è rivelato un approccio promettente ma non è ancora considerato uno standard. La prevenzione secondaria, invece, ha come obiettivo la diagnosi tempestiva: la scoperta del tumore avviene in genere attraverso mammografia ed ecografia e, maggiore è la rapidità a cui avviene, maggiori sono le probabilità di guarigione.

Per quanto riguarda i fattori di rischio che portano all'insorgenza del tumore mammario, i principali non sono modificabili mentre altri, qualora rimossi, possono abbassare di molto il rischio di sviluppare il tumore. Non modificabile è, ad esempio, l'età, al cui avanzare crescono le probabilità, benché la maggior parte dei casi (circa il 60%) colpisca donne di età inferiore ai 55 anni. Influisce anche la storia riproduttiva della donna o la presenza di casi in famiglia, oltre alla predisposizione genetica causata dall'alterazione dei geni BRCA1 e BRCA2, responsabile del 10% di tutti i carcinomi mammari, anche in giovane età. Ci sono, inoltre, alcune patologie che predispongono, come un tumore già avuto all'altro seno, all'utero o all'ovaio, lesioni preneoplastiche della mammella o precedente radioterapia della parete toracica. Accanto a questi ci sono fattori di rischio modificabili che riguardano soprattutto le abitudini di vita che, nonostante non siano i principali responsabili, vanno comunque tenuti nella massima considerazione per portare avanti una seria prevenzione: la terapia ormonale sostitutiva in menopausa, ad esempio, può lievemente aumentare il rischio di sviluppare un tumore al seno, con rischio proporzionale alla durata del trattamento. Ma anche l'obesità, poiché nel tessuto adiposo in eccesso si producono maggiori quantità di insulina e di estrogeni in grado di stimolare la proliferazione cellulare. E ancora, la scarsa attività fisica, l'alimentazione scorretta, il fumo, l'eccesso di alcol.

Modificare gli stili di vita significa eliminare quei fattori di rischio da cui dipendono oltre il 20% dei tumori al seno. Per tale ragione, il mondo scientifico considera il controllo dello stile di vita – praticare una regolare attività fisica, controllare il peso corporeo, limitare il consumo di alcol, scegliere con cura la propria alimentazione e regolamentare l’assunzione di terapia ormonale dopo la menopausa – uno strumento valido per la prevenzione del carcinoma mammario, efficace e raccomandabile al pari degli esami e delle terapie comunemente utilizzati per la diagnosi precoce.

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