Tsunami in Italia? Basta allarmismo
Il vulcano Marsili si trova proprio al centro del Tirreno meridionale nel cosiddetto arco insulare Eoliano. Dista 140 chilometri dalla Sicilia e 150 dalla Calabria. Prende il nome da Luigi Ferdinando Marsili che ne scoprì l'esistenza negli anni '20 del Secolo scorso. Studiato solo a partire dal 2005 è tutt'oggi sotto osservazione da parte del Cnr, oltre ad essere uno dei più estesi in Europa, elevandosi oltre 3000 metri dal fondo marino.
Attorno al Marsili l'attività vulcanica esiste da tempo. Il rischio potenziale rappresentato da questo vulcano non è in discussione. In una intervista per il Corriere della sera – a seguito dei dati riscontrati dalla nave oceanografica Urania nel 2010 – Enzo Boschi dichiarerà:
La caduta rapida di una notevole massa di materiale scatenerebbe un potente tsunami che investirebbe le coste della Campania, della Calabria e della Sicilia provocando disastri.
Siamo arrivati al 2016. Già da un anno il Ministero dell'ambiente ha predisposto una valutazione dell'impatto ambientale. Questo ci dà un'idea del fatto che se ci fosse sul serio un pericolo imminente la cosa non sarebbe circoscritta a pochi siti di dubbia attendibilità.
Come spiegato dal sito della Protezione civile alla voce "attività sui rischi – rischio maremoto" scopriamo che un po' tutta la penisola dovrebbe allarmarci:
Tutte le coste del Mediterraneo sono a rischio maremoto a causa dell'elevata sismicità e della presenza di numerosi vulcani attivi, emersi e sommersi.
Allarmismo da tastiera. Al momento nel sito l'unico articolo dove si accenna agli tsunami è a titolo didattico. Per adesso possiamo evitare di seminare il panico da tastiera, anche perché purtroppo il recente terremoto nell'Italia centrale richiede maggiori attenzioni da parte nostra. Meglio dare la priorità alle catastrofi reali.