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Triclosano, la sostanza antibatterica nei dentifrici e cosmetici può danneggiare l’intestino

Ricercatori dell’Università del Massachusetts hanno dimostrato che basse dosi di triclosano, un antibatterico contenuto in dentifrici, cosmetici e altri prodotti, scatenano infiammazione all’intestino nei topi esposti. Inoltre, quelli malati di cancro al colon sviluppano un peggioramento della patologia.
A cura di Andrea Centini
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Il triclosano, un comune antibatterico contenuto in numerosi prodotti per l'igiene orale e cosmetici, potrebbe essere dannoso per la salute del nostro intestino. Lo ha dimostrato un team di ricerca dell'Università del Massachusetts di Amherst, che ha condotto alcuni esperimenti con modelli murini (topi).

Gli studiosi americani hanno esposto i roditori a basse dosi della sostanza per tre settimane, facendo emergere un'infiammazione del colon, la porzione terminale del tratto digerente. A rendere ancor più preoccupanti gli effetti del triclosano, utilizzato da decenni soprattutto nei dentifrici e in altri prodotti per l'igiene orale, il peggioramento del cancro al colon negli animali malati. Dosi paragonabili a quelle contenute nel sangue umano riuscivano ad accelerare la crescita della massa tumorale e a ridurre l'aspettativa di vita degli animali trattati.

Ma da cosa dipende la presunta pericolosità della sostanza? Secondo gli studiosi che hanno condotto la ricerca, il triclosano potrebbe influenzare direttamente la flora batterica intestinale, alterandola e producendo lo stato infiammatorio, oltre che peggiorare l'aggressività delle neoplasie localizzate nel colon. Non a caso in topi trattati per non presentare un microbioma il triclosano non ha manifestato gli stessi effetti. Alla luce di questi risultati, secondo gli studiosi sarà necessario condurre ulteriori indagini sulle potenziali conseguenze per gli esseri umani ed eventualmente rivedere le normative che ne regolano l'utilizzo nei cosmetici e negli altri prodotti.

Già nel 2016, del resto, la Food and Drug Administration (FDA) americana, l'ente governativo che si occupa della regolamentazione dei farmaci e degli alimenti, aveva annunciato di voler vietare i prodotti che lo contengono, poiché la sostanza potrebbe influenzare il sistema endocrino e scatenare resistenze agli antibiotici. I dettagli della ricerca dell'Università del Massachusetts sono stati pubblicati sulla rivista Science Translational Medicine.

[Credit: Photo-Mix_Company]

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