Tre bufale sulle banane anticancro
In giro per i social network potrebbe capitarvi di imbattervi in immagini raffiguranti un bel casco di banane annerite, con in didascalia una serie di affermazioni riguardanti presunte proprietà anticancro della banana. Non è la prima volta che ci occupiamo di affermazioni poco serie sulle diete e su presunte proprietà anticancro degli alimenti. Con nostra grande sorpresa ci accorgiamo di non aver mai dedicato spazio alle leggende salutiste sulla banana.
Presunte proprietà anticancro delle banane
Tali affermazioni possono essere riassunte in tre frasi ricorrenti:
1. Dopo essere stata strappata dal casco, la banana inizierebbe ad avere proprietà antiossidanti e anticancro;
2. Se la buccia è “tigrata” il frutto produrrebbe “Tnf” (fattore di necrosi tumorale), sostanza che combatterebbe le cellule aventi danni al Dna;
3. Più è nera la parte esterna, maggiore sarebbe il potere anticancro del frutto.
I post che recano questo genere di informazioni non riportano alcuna fonte, ma il cosiddetto “Tnf” e il fatto che riguardi un frutto in particolare ci aiuta a restringere il campo. Arriviamo così ad uno studio giapponese, pubblicato dai ricercatori Iwasawa e Yamazaki nel 2009.
La fonte non è stata verificata
Ci accorgiamo così di alcuni particolari fondamentali. Tanto per cominciare non è una ricerca pubblicata su rivista scientifica, ovvero non è stata sottoposta a peer-review (revisione paritaria), questo significa che nessun esperto ha verificato l’attendibilità di questa fonte prima di darla alle stampe. Gli autori dello studio fanno riferimento a sostanze “fitochimiche”, le quali possono anche trovarsi nelle banane, ma queste non sono menzionate. Premesso che un conto sono i frutti contenenti determinate sostanze, un’altro è estrarle per concentrarle come principi attivi nei farmaci; le sostanze in questione sono riconosciute come un possibile aiuto nella prevenzione, non nel trattamento dei tumori.
Cos'è realmente il Tnf?
Per quanto riguarda il “Tnf” ci rifacciamo ad una segnalazione giunta da un esperto ai colleghi di Butac, i quali si occuparono della questione già nel 2013.
Si tratta di una “proteina prodotta durante la fase acuta di un’infiammazione […] Insieme ad un paio di altre molecole induce la febbre e la sua secrezione aumenta in corso di neoplasia […] Quindi questo dato contraddice quanto riportato.
Non è difficile accertarsi della validità di queste affermazioni, tanto più che esiste una pagina molto ben fatta della Treccani online, dedicata proprio alla sostanza. Tutto questo è più che sufficiente per gettare nel cestino le tre affermazioni iniziali. Ma se proprio ci tenete, provate a chiedere ad un fruttivendolo quando la banana è da ritenersi matura, ovvero nella condizione ottimale per essere consumata e godere appieno di tutte le proprietà benefiche – reali – che comportano una dieta sana, dando il giusto spazio anche alla frutta.