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Traditori si nasce… o si diventa

Tra i ricercatori c’è chi pensa che esista un gene del tradimento e chi sostiene che l’insicurezza determini l’adulterio.
A cura di Nadia Vitali
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Certamente ci sarà chi si allerterà a questa notizia, ipotizzando di poterla usare, magari un giorno come spiegazione scientifica o scusa di un comportamento irresponsabile: ma la faccenda non è così facile come potrebbe sembrare. Da sempre gli uomini si interrogano su cosa origini e faccia scaturire atteggiamenti tra i più diversi: la predisposizione al gioco, ad esempio, è un vizio in cui si incappa fortuitamente oppure qualcosa che ci si porta dietro nel corredo genetico? Il rapporto con le avversità si forma in base ai comportamenti che impariamo ad assumere nel corso della vita dai nostri modelli, oppure è il risultato di una serie di fattori biologici? E il tradimento?

Anche rispetto al tradimento varie sono le opinioni che cercano di venire a capo delle ragioni di questo gesto in cui, prima o poi, incappano se non tutti senz'altro in molti, sia che ne siano vittime, sia che lo commettano in prima persona. Dati e statistiche si sono dedicati spesso ad analizzare in che circostanze ambientali e in quali modalità si verificassero le probabilità più alte: ecco, dunque, il dito puntato contro le grandi città e contro il posto di lavoro dove, evidentemente, la noia origina dei significativi risvolti nei rapporti tra colleghi. Ma questa volta gli scienziati hanno deciso di andare oltre.

E per farlo hanno tirato in ballo un tenero uccellino che normalmente viene chiamato diamante mandarino che secondo la ricerca, pubblicata sulla rivista Pnas qualche tempo fa, avrebbe comportamenti simili per molti versi all'uomo. Più di 1500 esemplari sono stati studiati lungo cinque generazioni, analizzandone il DNA: agli uccelli presi in esame venivano tolte le uova e spostate in altri nidi onde evitare che essi prendessero le medesime abitudini dei genitori per imitazione. Ebbene, a dispetto della separazione, i figli di genitori "traditori" hanno dato prova di voler proseguire la tradizione di famiglia: dato confermato da analisi genetiche condotte dal dipartimento di genetica del Max Planck Institute di Berlino che hanno dimostrato che i figli di genitori che hanno comportamenti promiscui hanno il doppio delle probabilità di essere traditori.

Conclusioni, queste, non del tutto inconciliabili ma, quanto meno, distanti, da un'altra ricerca che, in tempi recenti, ha invece visto nell'insicurezza sessuale il motore principale che spingerebbe uomini e donne a commettere l'adulterio: Kristen Mark dell'Università dell'Indiana ha condotto uno studio volto a dimostrare come, al di là dei fattori sociali, economici, culturali e delle singole opportunità, ciò che crea il netto discrimine tra chi tradisce, o tradirebbe, e chi no, è semplicemente la mancanza di autostima e di soddisfazione sessuale, la volontà nella persona di mettere in mostra capacità amatorie e seduttive che, evidentemente, sente di non possedere o di non poter esplicitare all'interno della routine di un rapporto fisso.

Che dire, dunque, di queste due posizioni distanti? Semplicemente che siamo esseri umani e non macchine: quello che determina le nostre scelte può essere sottoposto solo fino ad un certo punto a delle regole e delle norme che ci aiutino nella comprensione di ogni elemento. Le situazioni di partenza di ciascun singolo individuo sono importanti, ma non esiste determinismo che tenga quando una volontà decide della propria esistenza: del resto sarebbe facile ma svilente ricondurre tanti aspetti della vita a leggi già scritte.

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