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Covid 19

Terapia sperimentale può prevenire una complicanza che fa finire i pazienti Covid in rianimazione

Un team di ricerca americano guidato da scienziati dell’Università Statale dell’Ohio ha determinato che il trattamento a base di molecole chiamate “liponucleotidi” previene e attenua nei modelli murini (topi) la sindrome da distress respiratorio acuto o ARDS, una grave complicazione della COVID-19 e di altre patologie. Il trattamento, se risulterà efficace anche sull’uomo, potrebbe salvare moltissime vite.
A cura di Andrea Centini
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Tra le complicazioni più pericolose della COVID-19, l'infezione provocata dal coronavirus SARS-CoV-2, vi è sicuramente la sindrome da distress respiratorio acuto o ARDS. Come sottolineato negli autorevoli Manuali MSD per operatori sanitari, l'ARDS “è un tipo di insufficienza respiratoria (polmonare) determinata da diverse patologie responsabili dell’accumulo di liquido nei polmoni e della riduzione eccessiva di ossigeno nel sangue”. I pazienti che la sviluppano vengono ricoverati in terapia intensiva e intubati con un ventilatore meccanico per supportare la funzione respiratoria compromessa. Purtroppo molti di coloro che sperimentano questa grave complicanza perdono la vita. Ora, grazie a un nuovo studio condotto con modelli murini (topi), è stato scoperto che attraverso un innovativo trattamento è possibile prevenire e trattare la sindrome da distress respiratorio acuto, migliorando in modo significativo la funzione respiratoria. Una simile terapia applicata ai pazienti che sviluppano l'ARDS per COVID-19, traumi o altre malattie potrebbe salvare moltissime vite.

A mettere a punto il rivoluzionario trattamento è stato un team di ricerca americano guidato da scienziati dell'Università Statale dell'Ohio, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di Infiammazione e Immunologia della Cleveland Clinic e della Divisione di Malattie Polmonari e Terapia Intensiva del Centro Medico dell'Università di Cincinnati. Gli scienziati, coordinati dal professor Ian Davis, docente di Bioscienze veterinarie presso l'ateneo di Columbus, si sono concentrati su una sostanza chiamata surfattante polmonare (surfactant), un composto tensioattivo che permette ai polmoni di espandersi e contrarsi. “La carenza di surfattante è legata all'ARDS, una malattia così grave da richiedere tipicamente la ventilazione meccanica in terapia intensiva”, spiegano gli autori dello studio in un comunicato stampa.

Per i propri esperimenti hanno utilizzato topi fortemente infettati col virus H1N1 dell'influenza, anch'essa in grado di scatenare l'ARDS quando è molto grave. Durante l'infezione severa i topi hanno una ridotta capacità di produrre il surfattante polmonare e vanno incontro insufficienza polmonare/ARDS, ma grazie al trattamento con specifiche molecole – iniettate o somministrate per via orale – gli scienziati sono riusciti a normalizzare i livelli di ossigeno nel sangue e a ridurre l'infiammazione nei polmoni dei roditori. “La cosa più importante e impressionante in questo studio è il fatto che osserviamo dei benefici anche quando trattiamo la malattia a uno stadio già avanzato”, ha dichiarato il professor Davis. “Se potessimo sviluppare un farmaco basato su questi risultati, potremmo evitare che le persone finiscano con un ventilatore meccanico. Non c'è nulla in questo momento che possa far questo per l'ARDS e riportare i pazienti a quello stato, certamente non per l'influenza”, ha aggiunto lo scienziato.

I ricercatori hanno utilizzato molecole chiamate liponucleotidi, che sono “fondamentali per la produzione di tensioattivo nei polmoni”. Davis e colleghi le hanno somministrate ad alcuni topi una volta al giorno per cinque giorni e ad altri solo una volta cinque giorni dopo l'esposizione al virus H1N1. “I topi che ricevevano il trattamento quotidiano erano protetti dall'ammalarsi gravemente, mentre i topi molto malati trattati al quinto giorno, la cui grave perdita di ossigeno nel sangue e l'infiammazione polmonare avevano causato ARDS, hanno mostrato un miglioramento significativo”, scrivono gli autori dello studio. La speranza è che il medesimo trattamento possa essere efficace anche nell'uomo, in tutte le condizioni che possono innescare l'ARDS, compresa la COVID-19. Naturalmente i topi non sono esseri umani, pertanto saranno necessarie numerose indagini prima di poter dimostrare l'efficacia clinica della terapia. I dettagli della ricerca “Post-exposure Liponucleotide Prophylaxis and Treatment Attenuates ARDS in Influenza-infected Mice” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata American Journal of Respiratory Cell and Molecular Biology.

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