Tenere sotto controllo sovrappeso e obesità riduce i rischi di Covid
Condizioni di eccessivo accumulo di grasso corporeo, come sovrappeso e obesità, sono associate a maggiori rischi per la salute, anche in caso di Covid-19. Diversi studi hanno indagato sul loro legame con gli esiti clinici dell’infezione da coronavirus, indicando un rischio significativamente più alto di sviluppare una forma di malattia grave. A questi dati si aggiungono ora nuove evidenze scientifiche che mettono in luce come gli interventi utilizzati per il trattamento dell’obesità abbiano ridotto la gravità dell’espressione clinica di Sars-Cov-2. Pubblicati sulla rivista Obesity Surgery, i risultati documentano come la chirurgia bariatrica (ovvero l’insieme degli interventi chirurgici utilizzati per il trattamento dell’obesità) siano associati a una notevole riduzione del rischio di sviluppare forme gravi di Covid-19.
Sovrappeso e obesità nel rischio di Covid-19
Lo studio, coordinato dall’Azienda ospedaliero-universitaria di Parma, ha coinvolto sei importanti centri bariatrici dell’Emilia-Romagna, valutando il ruolo della chirurgia dell’obesità nell’infezione da coronavirus. In particolare, i ricercatori hanno confrontato il decorso clinico di Covid-19 in 353 pazienti operati con la chirurgia bariatrica negli ultimi 12 mesi con quelli 169 pazienti in attesa di intervento. Questi ultimi hanno mostrato sintomi più severi ed è stato necessario un maggior ricorso al ricovero in terapia intensiva. I pazienti operati hanno inoltre mostrato una minore incidenza della maggior parte dei sintomi correlati all’infezione, come la perdita dei sensi del gusto e dell’olfatto e febbre ad esordio rapido.
Dati che hanno portato gli studiosi a concludere che i pazienti operati possono sviluppare forme di Covid-19 meno gravi rispetto ai soggetti che soffrono di obesità.
“Da queste osservazioni abbiamo potuto dedurre che la correzione chirurgica dell’obesità si conferma una misura di prevenzione primaria fondamentale anche per Covid e per le epidemie virali respiratorie – ha affermato il dottor Federico Marchesi, responsabile del programma di Chirurgia bariatrica e delle prime vie digerenti dell’Ospedale Maggiore di Parma e autore corrispondente dello studio -. I centri di Chirurgia Bariatrica dell'Emilia-Romagna sono stati i primi ad uscire con un contributo scientifico di livello internazionale su questo tema: non possiamo che esserne orgogliosi”.