Tanti auguri da Google a Mary Leakey
Google ha scelto di ritrarla mentre era intenta a lavorare a quella scoperta che avrebbe costituito una pietra miliare negli studi paleo-antropologici, con i suoi cani attorno e gli strumenti tra le mani: il rinvenimento delle impronte fossili appartenenti ad ominidi che vissero in Africa all'incirca 3.5 milioni di anni fa, testimonianze remote che dimostrarono come i “nostri progenitori” camminassero all'epoca in posizione eretta. Erano gli anni tra il 1976 e il 1978 e Mary Leakey si imbatteva, nel sito di Laetoli in Tanzania, in una serie di orme lasciate da tre individui e preservate grazie alla cenere che si depositò sull’area in seguito all'eruzione del vulcano Sadiman.
Non fu certamente la sola grande scoperta della paleoantropologa britannica che, nella sua carriera appassionata, collezionò successi in grado di scrivere nuove pagine nella storia dell’evoluzione umana. Nata Mary Douglas Nicol il 6 febbraio del 1913 a Londra, benché moglie di un altro illustre archeologo, Louis Leakey, non vide mai offuscati i propri meriti dalla figura dell’uomo che le stava accanto: i due, molto spesso, lavorarono separatamente, in differenti campagne di scavo e, alla morte del marito avvenuta nel 1972, Mary Leakey continuò nella propria amata attività di archeologa. Curiosamente i due si erano conosciuti all'università, ma non perché Mary fosse una studentessa di Cambridge: espulsa da due collegi cattolici durante la primissima adolescenza, infatti, la giovane donna non poteva essere accettata da nessun ateneo. Coniugò così la sua passione per l’archeologia e la biologia ad un certo talento nel disegno (del resto suo padre fu un celebre paesaggista) e divenne illustratrice scientifica: chiamata a lavorare proprio per il libro di Louis Leakey, fece l’incontro che le cambiò la vita.
Era il 1933 e, poco tempo dopo, nel 1936, i due convolarono a nozze. Grazie a Louis, Mary poté iniziare la propria ricca carriera di archeologa in Africa; l’anno successivo, infatti, partì per il Kenia per una campagna di scavo. Nel 1948 riportò alla luce il cranio di un primate estintosi nel Miocene, il Proconsul, fino ad allora sconosciuto; ma fu con la scoperta avvenuta nel 1959 presso la gola di Olduvai, in Tanzania, del cranio ben conservato di un esemplare di Australopithecus Boisei, che i coniugi divennero celebri in tutto il mondo come una delle coppie scientifiche più affiatate e proficue. Amava la conoscenza, il proprio lavoro ed amava l'Africa; quando scelse di ritirarsi dall'attività sul campo lo fece a Nairobi, città dove morì nel 1996 all'età di 83 anni. Nel corso della sua vita ricevette diverse lauree ad honorem: per compensare quel titolo che, quella donna forse troppo "vivace" per il suo tempo, non aveva potuto ottenere tramite i canali tradizionali, ma che aveva meritato grazie al suo impegno, alla passione e alla grande intelligenza.