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Svelati nuovi misteri sul lato ‘oscuro’ della Luna: la scoperta dei cinesi

La missione cinese Chang’E sul lato ‘oscuro’ della Luna prosegue, gli scienziati stanno analizzando un cratere bacino Polo Sud-Aitken che si estende per 2.500 chilometri per comprendere meglio la composizione del mantello lunare e avere qualche indizio in più sul passato del nostro satellite. Ecco cosa hanno scoperto.
A cura di Zeina Ayache
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Credit: NAOC/CNSA
Credit: NAOC/CNSA

La missione cinese sul lato ‘oscuro’ della Luna ci svela nuovi importanti segreti del nostro satellite che ci aiutano a chiarire come questo possa essersi evoluto in questi anni. Vediamo insieme le ultime scoperte della missione Chang’E che ci racconta qualche dettaglio in più sul passato della Luna.

Il passato della Luna, una vecchia teoria. Parlando di passato della Luna, una teoria degli anni ’70 sostiene che il nostro satellite era coperto da un oceano di magma dal quale, man mano che si raffreddava, sono emersi alcuni minerali leggeri, mentre altri più pesanti sono affondati: sulla superficie c’era basalto, il mantello era invece pieno di minerali, come l’olivina e il pirosseno. Quando poi un asteroide e i detriti spaziali si schiantarono sulla superficie della Luna, si sollevarono dalla crosta alcuni pezzi del mantello lunare.

La ‘passeggiata’ lunare cinese. Gli esperti cinesi sono sbarcati nel bacino Polo Sud-Aitken, che è un cratere meteoritico di circa 2.500 chilometri di estensione sul lato ‘oscuro’ (o per meglio dire ‘nascosto’) della Luna, dimensioni pari alla metà della larghezza della Cina. Qui hanno raccolto campioni di dati spettrali dai tratti pianeggiati del bacino, così come da altri crateri più piccoli, ma più profondi. Purtroppo, anche se gli scienziati speravano di trovare tracce più ricche, hanno potuto identificare solo semplici tracce di olivina, che è il componente principale del mantello superiore della Terra, che però abbondava di più nei punti di impatto più profondi. Le analisi effettuati hanno portato gli esperti cinesi a ritenere che il mantello sia composto in parti uguali di olivina e pirosseno.

Perché vogliamo conoscere il passato della Luna. Come spiega Li Chunlai, professore del National Astronomical Observatories of Chinese Academy of Sciences (NAOC) e autore dello studio, comprende la composizione del mantello lunare è importante per capire se è vero che la Luna era coperta da un oceano di magma e ci permette di avere migliori informazioni sull’evoluzione termica e magmatica della Luna stessa. Conoscere meglio il nostro satellite inoltre ci agevola nella comprensione dell’evoluzione del nostro Pianeta, così come di altri pianeti, “poiché la sua superficie è relativamente incontaminata rispetto, ad esempio, alla superficie iniziale della Terra”, spiegano gli esperti.

Conclusioni. Ovviamente sono necessari ulteriori studi per comprendere meglio la geologia del sito monitorato sul lato nascosto della Luna e dovranno essere raccolti più dati spettrali per convalidare i risultati ottenuti fino ad ora. Restiamo in attesa.

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