Sul “primo CD della storia” c’è inciso il testo di una preghiera
Conservare delle informazioni in un disco? A quanto pare avveniva anche centinaia di anni fa anche se, senza dubbio, i sistemi di archiviazione e lettura del materiale dell'epoca dovevano essere decisamente differenti. Ad esempio a Festo, sull'isola di Creta, un supporto in argilla di forma circolare è servito per imprimere sopra "qualcosa" che, ancora oggi, è oggetto di curiosità da parte di studiosi ed appassionati: si tratta del disco di Festo che, in effetti, non è mai stato decifrato, anche se molti tra i 241 segni presenti sul suo "retto" e sul suo "verso" sono di limpida lettura, rispondendo allo stesso principio dei geroglifici.
Un reperto misterioso
Adesso però c'è un esperto che sostiene di aver compreso come leggere, almeno in parte, in quella curiosa forma a spirale che caratterizza l'iscrizione del disco. Il dottor Gareth Owens del Technological Educational Institute (TEI) di Creta ritiene infatti che il disco riporti una preghiera dedicata ad una "madre", disegnata attraverso un linguaggio antico fatto di segni.
Il disco di Festo è un reperto di età minoica che venne ritrovato nel 1908 e che risalirebbe ad un periodo individuato nel II millennio a. C. (anche una datazione più precisa ha comportato grandi perplessità negli archeologi); ha un diametro di circa 16 centimetri, per uno spessore di 16 millimetri. Presumibilmente i caratteri che ne compongono l'iscrizione vennero impressi sull'argilla quando era ancora cruda e morbida: sostanzialmente quei geroglifici sarebbero stati una sorta di "sigilli" dell'epoca, eventualmente riutilizzabili per scopi analoghi. Purtroppo l'assoluto "isolamento" del reperto (nel senso che mai è stato trovato qualcosa di simile, relativamente al periodo a cui risale e all'ambito culturale in cui venne prodotto) rende complessa l'impresa di comprenderne fino in fondo il significato e l'uso, unitamente ai problemi legati alla decifrazione della scrittura. In verità, c'è anche chi sostiene che il disco sia un bel falso ottimamente confezionato: non sarebbe, del resto, il primo scherzo ben riuscito che qualcuno decide di fare agli studiosi. Intanto, c'è ancora chi cerca un significato in quei criptici disegnini.
Una preghiera di fertilità
Il dottor Owens è uno di questi: come spiegato da News Network Archaeology, il professore sostiene che avrebbe notato come il concetto di madre sarebbe il più ricorrente sull'iscrizione spiraliforme, con particolare attenzione ad una divinità associata al concetto di maternità/fertilità del pantheon minoico. In tre parti del disco si riscontrerebbe un complesso di segni interpretabili come I-QE-KU-RJA, dove I-QE indicherebbe una Signora di grande importanza mentre un'altra parola chiave come AKKA starebbe a significare "madre incinta". Insomma, forse si trattava di un voto di qualche donna per assicurarsi il buon esito di un parto alla divinità che presiedeva a questo delicato momento; o, meglio ancora, per raccomandarsi ad una qualche dea legata al concetto di fertilità per garantirsi una gravidanza.