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Sui fondali del Mediterraneo, distese di camini di pietra

Sono formazioni calcaree che si trovano a circa 500 metri di profondità, individuate per la prima volta nel Mare Nostrum.
A cura di Nadia Vitali
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mediterraneo camini di pietra

Uno spettacolo suggestivo ed affascinante che, fino ad ora, si credeva che madre natura offrisse soltanto in remoti abissi distanti dal mare nostrano: di camini in pietra, infatti, sono state osservate distese nel Golfo di Cadice, tra Portogallo e Gibilterra, e al largo delle coste del Pacifico nordamericano e della Nuova Zelanda. Un team internazionale appartenente alla campagna oceanografica Altro (Biocostruzioni in Adriatico Meridionale e Canale d’Otranto) ha invece documentato per la prima volta l’esistenza i camini calcarei sui fondali del Mar Mediterraneo.

A bordo della nave Urania del Consiglio Nazionale delle Ricerche, il gruppo di ricercatori ha realizzato delle ricognizioni al largo delle coste del Montenegro servendosi del Rov (Remoted Operated Vehicle) Pollux, un piccolo veicolo sottomarino che viene manovrato dalla superficie mostrando tutto quello che riesce a vedere nelle silenziose praterie sottomarine. Lì, ad una profondità compresa tra 450 e 500 metri, ha individuato sul fondale fangoso una distesa di camini, a formare quasi una sorta di incantata foresta pietrificata in cui alcuni, in posizione verticale, arrivano anche a superare i 50 centimetri di altezza ed altri, distesi, giacciono abbattuti proprio come vecchi alberi.

Assieme alle formazioni calcaree, rigogliosi e floridi ecosistemi sottomarini in cui, spiegano i ricercatori, spiccano coralli neri che si estendono raggiungendo anche i due metri di lunghezza, coralli bianchi e coralli gialli, oltre alle praterie di gorgonie: campioni di diverse specie sono stati prelevati in vita e saranno trasferiti presso l’acquario scientifico del Principato di Monaco al fine di essere osservati e studiati, anche alla luce della profonda importanza che i coralli hanno come preziosi archivi naturali in grado di serbare memoria di processi lunghi o dal grande impatto quali potrebbero essere i cambiamenti climatici o l’acidificazione degli oceani.

Altri esami saranno indispensabile per chiarire l’esatta origine dei camini calcarei, sebbene i ricercatori abbiano già un’idea piuttosto precisa, secondo quanto spiegato da Lorenzo Angeletti dell’Istituto di Scienze Marine di Bologna:

È plausibile che i camini naturali si siano originati dall'ascesa, in un passato geologico abbastanza recente, di fluidi ricchi in idrocarburi, probabilmente metano, attraverso la coltre dei sedimenti antichi che formano l'architettura di questo margine continentale; esempi simili sono noti in vari ambienti marini attuali e fossili, ma questa è la prima documentazione mediterranea di tale entità.

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