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Covid 19

Studio sul coronavirus indica che 1 giovane su 3 sviluppa malattia grave

Una ricerca scientifica pubblicata sul Journal of Adolescent Health mostra che la vulnerabilità fra i giovani è del 33% nei ragazzi e del 30% nelle ragazze. Il vizio del fumo strettamente correlato alla progressione del Covid-19.
A cura di Valeria Aiello
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Un nuovo studio (1) condotto negli Usa indica che i giovani sono ugualmente vulnerabili allo sviluppo di malattia grave dovuta all’infezione da coronavirus. La ricerca scientifica, pubblicata oggi su Journal of Adolescent Health da parte del gruppo di lavoro degli ospedali pediatrici dell’UCSF Benioff di San Francisco, in California, in collaborazione con i colleghi del campus di Oakland, ha preso in esame un campione di 8.405 persone di età compresa tra i 18 e 25 anni, concludendo che “la vulnerabilità medica complessiva è del 33% nei ragazzi e del 30% nelle ragazze”. All’interno del campione, ritenuto rappresentativo a livello nazionale, sono state inoltre evidenziate differenze significative riguardo ad alcuni fattori di rischio, facendo riferimento all’elenco di indicatori determinati dai Centers for Disease Control and Prevention (CDC), l’agenzia federale del Dipartimento della salute, che include disturbi cardiaci, diabete, asma, patologie autoimmuni come lupus e artrite reumatoide, disfunzioni epatiche, obesità e fumo nei 30 giorni precedenti. Al consumo di tabacco e sigari, presente nelle indicazioni del CDC, i ricercatori hanno anche aggiunto l’utilizzo di sigarette elettroniche, affermando che “a tutti e tre erano associati effetti avversi sulla funzione respiratoria e immunitaria”.

Il vizio del fumo correlato alla progressione del Covid-19

In particolare, i ricercatori guidati dalla professoressa Sally Adams della divisione di Medicina dell’adolescenza e dei giovani dell’UCSF, hanno determinato la vulnerabilità medica in base a ciascun indicatore e, tra i risultati più notevoli, hanno segnalato che nei non fumatori la suscettibilità allo sviluppo di malattia grave si attestava intorno al 16% rispetto al 31,5% dell’intero campione, inclusi quindi i fumatori.

Le recenti evidenze indicano che il fumo è associato a una maggiore probabilità di progressione di Covid-19, compreso un aumento della gravità della malattia, ricovero in terapia intensiva o morte – chiarisce Adams – . Il fumo può avere effetti significativi nei giovani che, in genere, presentano una più bassa incidenza per la maggior parte delle malattie croniche”.

L’analisi, che si è basata sui dati della National Health Interview Survey, ha rilevato che negli ultimi 30 giorni il 10,9% del campione aveva fumato una sigaretta, il 4,5% aveva fumato un prodotto per sigari e il 7,2% aveva utilizzato una sigaretta elettronica. Il numero di fumatori (1.664, pari al 19,8 percento) era superiore al numero di persone con asma (8,6 percento), con obesità (3 percento) e con disturbi immunitari (2,4 percento). Inoltre, l’1,2 per cento aveva il diabete, lo 0,6 per cento soffriva di una disfunzione epatica e lo 0,5 per cento di una patologia cardiaca. “Il rischio di essere fisicamente più vulnerabili e andare incontro a una malattia grave si è dimezzato quando i fumatori sono stati esclusi dal campione – spiega Charles Irwin Jr., uno dei coautori dello studio –  Gli sforzi per ridurre il vizio del fumo e l’uso di sigarette elettroniche tra i giovani abbasserebbero probabilmente il rischio di sviluppo di malattia grave”.

(1) Adams SH, Jane Park M, Schaub JP, Brindis CD, Irwin Jr. CE. Medical Vulnerability of Young Adults to Severe COVID-19 Illness – Data From the National Health Interview Survey. JAH July 13, 2020; https://doi.org/10.1016/j.jadohealth.2020.06.025.

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