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Strage di renne in Norvegia, 200 morte di fame per colpa dei cambiamenti climatici killer

200 renne sono morte di fame nelle Isola Svalbard, in Norvegia, è la colpa è, secondo gli esperti, dei cambiamenti climatici che hanno reso inaccessibile il cibo a questi animali. Vediamo insieme come sia possibile, cosa c’entri il riscaldamento globale, quali saranno le conseguenze sull’ecosistema e perché sia colpa nostra.
A cura di Zeina Ayache
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200 renne sono morte di fame, e altre moriranno, ed è solo colpa nostra, di noi che siamo i responsabili del riscaldamento globale che ha provocato i cambiamenti climatici che stanno uccidendo gli animali, come dimostrano le carcasse trovate sulle Isole Svalbard. La notizia arriva dalla Norvegia ed è una delle dimostrazioni più lampanti degli effetti dei cambiamenti climatici sugli animali: ecco perché.

200 carcasse, renne morte di fame. Nelle Isole Svalbard sono state trovate 200 renne morte e gli scienziati pensano che la causa di questi decessi siano i cambiamenti climatici. Ma come mai? Dal Norwegian Polar Institute's fanno sapere che l’inverno per le renne è stato molto magro, i cambiamenti climatici hanno fatto si che la pioggia caduta a inizio stagione invernale si sia trasformata in ghiaccio coprendo la tundra e rendendo inaccessibile il cibo alle renne: insomma i pascoli erano congelati e le renne sono morte di fame. E quelle che non sono morte di fame, sono pericolosamente sottopeso.

Cambiamenti climatici dannosi. Gli esperti spiegano che la causa di queste piogge sono i cambiamenti climatici provocati dal riscaldamento globale: e chi è causa del riscaldamento globale? L’essere umano con l’inquinamento che provoca. “Fa paura trovare così tanti animali morti. È un terrificante esempio di come i cambiamenti climatici influenzino la natura”, hanno dichiarato i ricercatori. Il caldo anomalo è infatti causa dell’aumento delle temperature durante l’inverno che, come dicevamo, poi si congelano impedendo l’accesso al cibo. Inoltre, il caldo allunga la stagione degli accoppiamenti che si traduce in maggior competizione per il cibo durante l’inverno, periodo durante il quale abbiamo visto già sta scarseggiando.

Le conseguenze di queste morti. Le 200 renne morte non solo l’unico dramma e non sono senza conseguenze.  Le renne delle Isole Svalbard sono endemiche dell’arcipelago e quindi sono parte fondamentale dell’ecosistema per mantenere vive le altre specie. Qui nella tundra vive anche la Volpe Artica, Vulpes lago­pus, che si ciba delle carcasse delle renne, che competono tra l’altro con varie specie di uccelli per il cibo. La riduzione del numero di renne influenza dunque la vita delle altre specie animali che, piano piano, si ritrovano anche loro senza cibo.

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