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Stonehenge, un cimitero per le élite dell’età della Pietra

Recenti indagini archeologiche retrodaterebbero la nascita del sito neolitico, individuandone la funzione originaria.
A cura di Nadia Vitali
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stonehenge un cimitero per le elite dell eta della pietra

Diversi secoli prima che gli imponenti megaliti venissero disposti in circolo su una piana dello Wiltshire, laddove oggi sorge uno tra i più famosi monumenti della preistoria dell’umanità, aveva già precedentemente trovato posto un luogo di sepoltura assai ampio di cui è possibile conoscere ancora le pallide tracce serbate nelle migliaia di resti rinvenute nel corso degli scavi effettuati negli anni.

L’ipotesi dell'archeologo Mike Parker Pearson, docente presso la University College of London e da anni al lavoro su Stonehenge e sui suoi dintorni, propone un'origine del complesso retrodatata di circa cinquecento anni rispetto alla tesi comunemente accettata e condivisa dagli esperti, secondo la quale la nascita del sito andrebbe collocata tra il 2500 e il 2000 a. C.: in realtà, lo stesso terrapieno circolare su cui sono adagiati i megaliti "sospesi" risalirebbe ad un'epoca precedente, orientativamente intorno al 3100 a. C. Ma soprattutto, il lavoro del professor Parker Pearson e di diversi suoi colleghi delle università di Manchester, Bournemouth, Sheffield, York and Durham che hanno collaborato alla ricerca, individuerebbe in Stonehenge un imponente sito che riposerebbe su un antichissimo cimitero preistorico.

Oltre 50 000 frammenti ossei appartenenti a 63 individui di ambo i sessi, tra i quali alcuni bambini ed anche un neonato, rinvenuti in passato e classificati come poco importanti: oggi quei resti sono stati analizzati grazie a tecniche di ultima generazione che hanno consentito di stabilire che non furono soltanto gli uomini ad esser stati sepolti in quel luogo, oggi meta di pellegrinaggi in grado di attirare centinaia di persone soprattutto in occasione del solstizio d’estate. Nel 3000 a. C. circa, la piana su cui ancora oggi si stagliano i profili di quelle misteriose pietre aveva accolto sepolture segnate da lapidi funerarie, costituite da pietre di probabile provenienza gallese: la teoria di Parker Pearson e colleghi è che quei blocchi litici posti sulle tombe sarebbero andati a costituire il nucleo originario del sito, composto di megaliti di dimensioni più piccole. Nel corso dei due secoli successivi, il luogo avrebbe continuato a fornire ricovero ai defunti, seppur in maniera sporadica; i ritrovamenti di quello che sembra uno scettro in metallo e dei resti di un contenitore nel quale, secondo gli studiosi, sarebbe bruciato dell’incenso, suggerirebbero la possibilità che i corpi dei defunti appartenessero a capi religiosi o politici, o ai loro familiari più vicini. Insomma, la prova che potrebbe essersi trattato del cimitero dell’élite locale, nel quale si veniva sepolti dopo che il corpo era stato sottoposto alla cremazione, come testimoniato dalle prove archeologiche.

Dal calendario di pietra alla Lourdes dell'antichità, le ipotesi su Stonehenge

Per decenni gli studiosi si sono interrogati sulla funzione originaria di questa enorme struttura, costruita impiegando forze e manodopera straordinari, utilizzando oltretutto pietre che provenivano dal Galles attraverso probabilmente dei perigliosi viaggi in nave; a tutt’oggi, come evidenziano le ultime ricerche, non esiste unanimità. Tra le teorie più diffuse c’è quella che vuole Stonehenge come un osservatorio astronomico, in cui i megaliti sarebbero orientati in direzione del punto esatto in cui sorge il sole all’alba del solstizio estivo, mentre secondo altri sarebbe stato un vero e proprio calendario dell’antichità.

solstizio

In realtà queste ipotesi hanno molti punti deboli e poca possibilità di riscontro se si tiene a mente che, nel corso del XIX secolo, gli ingegneri di Sua Maestà spostarono molte delle pietre cadute, ricollocandole nelle posizioni che conosciamo oggi; gli stessi archeologi britannici ammettono che Stonehenge doveva avere un aspetto molto differente, prima dell’intervento dell’800, e che probabilmente sono pochi i megaliti rimasti nella posizione originaria. Ma, a questa indagine scientifica sull’impianto e sulle successive modifiche della struttura, non sono molto interessati i seguaci di filosofie e religioni New Age che ogni anno si recano verso quelle pietre in rovina avvolte di fascino e mistero per celebrare il solstizio estivo in un rituale collettivo che mescola presunte ascendenze celtiche con elementi più spiccatamente contemporanei. Studi più recenti, inoltre, avrebbero indicato il sito come luogo di ritrovo per fiere e cerimonie o, addirittura, come una sorta di tempio verso il quale si dirigevano fedeli che necessitavano di cure miracolose.

Un cimitero d'alto rango

Quel che invece sembra evidente a Mike Parker Pearson, sulla base dei ritrovamenti dei resti umani, è che almeno nella sua prima fase il sito sia stato semplicemente un luogo destinato al culto dei morti e, in particolare, alla sepoltura dei membri delle élite locali.

scheletro

Del resto è noto come, già in passato, Stonehenge abbia restituito i corpi divenuti celebri di diversi uomini che ricevettero l’onore di una sepoltura sulla piana di Salisbury: nel 2002 venne ritrovato lo scheletro di colui il quale venne soprannominato l’Arciere di Amesbury, sepolto con un ricchissimo corredo funerario (che includeva anche punte di frecce) accanto a quello che probabilmente fu un suo familiare, intorno al 2300 a. C. Alla stessa età del bronzo appartiene la tomba di un adolescente, morto circa 3500 anni fa nei pressi di Stonehenge, rinvenuta nel 2005 e ritenuta appartenente ad un giovane turista dell’epoca, probabilmente morto a causa di un’infezione contratta nel corso di quello che, secondo gli esperti, sarebbe stato una sorta di Grand Tour della preistoria riservato ai giovani di classi privilegiate. Anche in questa sepoltura, la ricchissima collana d'ambra scoperta accanto al fanciullo, testimoniava l’elevato status sociale del defunto, a cui venne riservato un adeguato luogo di riposo.

Poco distanti, inoltre, nell'adiacente Durrington Walls, sarebbero stati ritrovati i resti di attrezzi, vasi, ed ossa di animali in quello che, secondo gli archeologi, fu un campo per i lavoratori stagionali provenienti da tutta la Gran Bretagna impegnati nella costruzione di una delle opere più incredibili che l'umanità abbia mai conosciuto.

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